Orsi in Giappone: record di attacchi nel 2025, sette morti e incursioni urbane

Nel 2025 il Giappone ha registrato il bilancio più pesante di attacchi di orso all'uomo: sette vittime, un disperso e oltre cento feriti. Il cambiamento climatico e il mutamento degli ecosistemi tra le cause principali di questi episodi

21 ottobre 2025 - 15:30

È il bilancio più grave da quando, nel 2006, le autorità giapponesi hanno iniziato a raccogliere dati ufficiali sugli attacchi di orso: dall’inizio del 2025, sono sette le persone uccise da questi animali e una risulta ancora dispersa, presumibilmente deceduta.

A queste si aggiungono oltre cento feriti in una serie crescente di incontri ravvicinati con esemplari selvatici che, affamati e disorientati, stanno abbandonando le foreste per spingersi fino ai limiti dei centri abitati.

L’ultimo caso si è verificato l’8 ottobre nella prefettura di Iwate: un uomo di circa settant’anni è stato ritrovato in una zona boschiva con gravi ferite al torace e alla testa che, secondo le analisi, sarebbero compatibili con l’attacco di un orso.

Pochi giorni prima, due uomini anziani erano stati rinvenuti privi di vita nelle prefetture di Nagano e Iwate, entrambi con profonde ferite da artigli. Anche in questi episodi, gli investigatori puntano il dito contro i plantigradi.

Supermercati e città: orsi sempre più audaci

Non è solo il numero delle vittime a preoccupare l’opinione pubblica giapponese. A spaventare è la frequenza degli episodi e la spregiudicatezza con cui gli orsi si spingono in territori antropizzati.

In uno dei primi fine settimana di ottobre, come riportato dagli organi di stampa nipponici, un esemplare adulto è entrato in un supermercato nella regione di Gunma, a nord di Tokyo, seminando il panico tra i clienti e ferendo due persone. Nello stesso giorno sono stati segnalati altri cinque attacchi nelle prefetture di Akita e Fukushima.

Fame, clima e spopolamento: cosa sta succedendo

Secondo i ricercatori locali, la crescente presenza di orsi in aree urbane e agricole è il risultato di una somma di fattori ambientali e sociali.

In primis, la drastica riduzione delle ghiande, principale fonte di cibo per gli orsi giapponesi, a causa delle temperature anomale e delle precipitazioni irregolari di quest’anno. La scarsità alimentare li costringe a scendere a valle, dove finiscono per entrare in contatto con gli esseri umani.

Anche il ciclo del letargo risulta compromesso: ibernazioni più brevi o addirittura mancanti prolungano la stagione di attività degli orsi e moltiplicano le possibilità di incontro.

Altro fattore cruciale è l’invecchiamento della popolazione giapponese e lo spopolamento delle zone rurali: con meno cacciatori attivi e campi agricoli abbandonati, si creano nuovi corridoi naturali tra i boschi e i centri abitati. La fauna selvatica trova sempre meno ostacoli nel muoversi verso villaggi, paesi e città.

Il Giappone ospita due principali specie di orso:

  • l’orso bruno dell’Ussuri (presente soprattutto a Hokkaidō),
  • l’orso nero asiatico, più diffuso nel resto dell’arcipelago.

Un tempo rari e schivi, oggi vengono avvistati sempre più spesso in aree residenziali, mettendo in allarme le autorità locali e la popolazione.

Le contromisure delle autorità locali

Per contrastare il fenomeno, le amministrazioni di diversi comuni giapponesi stanno sperimentando misure di dissuasione come:

  • sistemi acustici e visivi con altoparlanti e fuochi d’artificio,
  • cassonetti anti-orso,
  • uso di droni per monitorare i movimenti degli animali.

Ma gli esperti mettono in guardia: “Sono solo temporanee che non affrontano il cuore del problema: l’alterazione degli ecosistemi e l’impoverimento delle aree rurali”.

L’emergenza orsi tocca direttamente chi, per passione o professione, si muove nella aree di montagna e nei boschi. Le autorità invitano infatti gli escursionisti a:

  • evitare sentieri con recenti avvistamenti,
  • non lasciare cibo incustodito,
  • mantenere la distanza dagli animali selvatici,
  • documentarsi attentamente prima di intraprendere itinerari nelle zone colpite (in particolare nelle prefetture di Iwate, Nagano, Akita, Gunma e Fukushima).

 

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