Closeup brown bear roaring in winter forest
È il bilancio più grave da quando, nel 2006, le autorità giapponesi hanno iniziato a raccogliere dati ufficiali sugli attacchi di orso: dall’inizio del 2025, sono sette le persone uccise da questi animali e una risulta ancora dispersa, presumibilmente deceduta.
A queste si aggiungono oltre cento feriti in una serie crescente di incontri ravvicinati con esemplari selvatici che, affamati e disorientati, stanno abbandonando le foreste per spingersi fino ai limiti dei centri abitati.
L’ultimo caso si è verificato l’8 ottobre nella prefettura di Iwate: un uomo di circa settant’anni è stato ritrovato in una zona boschiva con gravi ferite al torace e alla testa che, secondo le analisi, sarebbero compatibili con l’attacco di un orso.
Pochi giorni prima, due uomini anziani erano stati rinvenuti privi di vita nelle prefetture di Nagano e Iwate, entrambi con profonde ferite da artigli. Anche in questi episodi, gli investigatori puntano il dito contro i plantigradi.
Non è solo il numero delle vittime a preoccupare l’opinione pubblica giapponese. A spaventare è la frequenza degli episodi e la spregiudicatezza con cui gli orsi si spingono in territori antropizzati.
In uno dei primi fine settimana di ottobre, come riportato dagli organi di stampa nipponici, un esemplare adulto è entrato in un supermercato nella regione di Gunma, a nord di Tokyo, seminando il panico tra i clienti e ferendo due persone. Nello stesso giorno sono stati segnalati altri cinque attacchi nelle prefetture di Akita e Fukushima.
Secondo i ricercatori locali, la crescente presenza di orsi in aree urbane e agricole è il risultato di una somma di fattori ambientali e sociali.
In primis, la drastica riduzione delle ghiande, principale fonte di cibo per gli orsi giapponesi, a causa delle temperature anomale e delle precipitazioni irregolari di quest’anno. La scarsità alimentare li costringe a scendere a valle, dove finiscono per entrare in contatto con gli esseri umani.
Anche il ciclo del letargo risulta compromesso: ibernazioni più brevi o addirittura mancanti prolungano la stagione di attività degli orsi e moltiplicano le possibilità di incontro.
Altro fattore cruciale è l’invecchiamento della popolazione giapponese e lo spopolamento delle zone rurali: con meno cacciatori attivi e campi agricoli abbandonati, si creano nuovi corridoi naturali tra i boschi e i centri abitati. La fauna selvatica trova sempre meno ostacoli nel muoversi verso villaggi, paesi e città.
Il Giappone ospita due principali specie di orso:
Un tempo rari e schivi, oggi vengono avvistati sempre più spesso in aree residenziali, mettendo in allarme le autorità locali e la popolazione.
Per contrastare il fenomeno, le amministrazioni di diversi comuni giapponesi stanno sperimentando misure di dissuasione come:
Ma gli esperti mettono in guardia: “Sono solo temporanee che non affrontano il cuore del problema: l’alterazione degli ecosistemi e l’impoverimento delle aree rurali”.
L’emergenza orsi tocca direttamente chi, per passione o professione, si muove nella aree di montagna e nei boschi. Le autorità invitano infatti gli escursionisti a: