Ridurre i chilometri percorsi in auto: spesso le nostre automobili sono l’unico mezzo di trasporto per commissioni quotidiane, andare a lavoro o prendere i figli a scuola. Altre volte è la pigrizia che ci spinge a prendere l’auto al posto della bici, dei mezzi pubblici o… delle gambe. Oltre al risparmio economico, se noi passassimo da una media di 15.000 a 10.000 chilometri l’anno, emetteremmo una tonnellata di CO2 in meno.
Regolare il riscaldamento domestico: molte abitazioni – soprattutto quelle più antiche – soffrono spesso di carenze nell’isolamento termico. Gli infissi usurati spesso ci obbligano ad un utilizzo più intenso del riscaldamento, buona parte del quale viene però disperso inutilmente. Un isolamento migliore può sembrare dispendioso all’inizio, ma se visto sul lungo periodo assicura un notevole risparmio economico.
Limitare i voli aerei per quanto possibile: come dice il giornale inglese Guardian, i viaggi aerei rappresentano la più alta percentuale di consumo di CO2 annuale per i “frequent flyers”. Un volo andata/ritorno Londra – New York rappresenta all’incirca un quarto delle emissioni annuali di anidride carbonica di una persona. Prediligiamo l’uso del treno per i viaggi: non sarà possibile andare a New York, ma per i viaggi continentali è una buona soluzione alternativa.
Sostituire i vecchi boiler: se boiler che avete in bagno ha più di 15 anni, probabilmente necessita di grandi quantità di energia elettrica per funzionare correttamente. Rispetto ai modelli più moderni, il risparmio di elettricità può arrivare fino ad un terzo rispetto ai boiler vecchi, con un guadagno notevole che si ripercuote sulla bolletta della luce.
Sostituire le vecchie lampadine con quelle a LED: le lampade alogene e i faretti che abbiamo in cucina o in bagno non sono di certo campioni di risparmio. Le nuove lampadine al LED sono decisamente più efficienti e riducono drasticamente i consumi di energia elettrica. Non solo: la loro durata media è più elevata rispetto alle lampadine tradizionali, e per la maggior parte dei modelli dovrebbe raggiungere i dieci anni.
Pensarci due volte prima di sostituire i nostri elettrodomestici e device elettronici con modelli nuovi: la produzione di nuovi elettrodomestici richiede una spesa ed un consumo energetico di molto superiore rispetto alla riparazione di modelli già costruiti. Una delle aziende leader nel settore della tecnologia, la Apple, ha dichiarato che l’80% del consumo di CO2 di un nuovo computer, deriva dalla fabbricazione e dalla distribuzione, e solo il 20% dall’uso quotidiano che se ne fa.
Comprare di meno: a volte non ci accorgiamo di comprare oggetti di uso comune che vengono abbandonati nel dimenticatoio o peggio buttati via, quando si tratta di alimentari. La produzione di un maglione di lana ha lo stesso impatto di CO2 di un mese di riscaldamento in casa nostra, una T-shirt equivale invece a due-tre giorni di energia. Se tutti comprassimo meno articoli, la produzione sarebbe minore e con essa la dispersione di energia.
Attenzione alla provenienza dei cibi che consumiamo: mangiare a gennaio delle ciliegie provenienti dal Cile non ha lo stesso impatto ambientale di una buona arancia di Sicilia. Molti frutti che non rispettano la stagionalità vengono spediti nei nostri supermercati mediante lunghi – e per niente economici – viaggi in aereo. Preferiamo i prodotti coltivati vicino a casa e – se proprio non possiamo rinunciare a quelli provenienti da un altro paese del mondo – cerchiamo quelli spediti via nave.
Investiamo nelle energie rinnovabili: sono ormai svariate le proposte di installazione di pannelli fotovoltaici per l’energia domestica. Anche se la spesa iniziale può sembrare troppo alta, ricordiamoci sempre del risparmio sul lungo periodo. Inoltre, se abitiamo in un condominio, le spese di installazione possono essere spartite tra i vari condomini con un notevole risparmio.
Supportiamo aziende e produttori che hanno un occhio di riguardo verso l’ambiente e processi di produzione ecosostenibili: sono sempre di più le compagnie che utilizzano esclusivamente energia rinnovabile, e anche un colosso come la multinazionale Unilever, ha dichiarato che entro il 2030 utilizzerà per i suoi impianti esclusivamente energia rinnovabile.
In apertura: pale eoliche in Romania, foto di World Bank Photo Collection.