L’Ucraina chiede al Nepal di bandire gli alpinisti russi dall’Himalaya

Nove russi hanno ricevuto il permesso di scalare vette in Nepal questa primavera, nonostante gli appelli di diplomatici e alpinisti ucraini di vietarli dopo che il presidente Putin ha invaso l'Ucraina

30 marzo 2022 - 9:32

L’ambasciata ucraina a Delhi ha chiesto al governo del Nepal di non concedere più agli alpinisti russi il permesso di salire sull’Himalaya, seguendo l’esempio di numerose altre federazioni sportive internazionali.

Nel testo della nota diplomatica si chiede al governo nepalese di bandire le spedizioni alpinistiche russe fino alla fine dell’invasione dell’Ucraina.

I funzionari del Nepal per adesso non hanno dato seguito alla richiesta e hanno dichiarato che continueranno a rilasciare permessi a chiunque rispetti le leggi e i regolamenti del Governo.

Il direttore generale del dipartimento del turismo del Nepal, Taranath Adhikari, ha commentato così la notizia alla Bbc:

“Finora non ci sono stati cambiamenti nella nostra politica. Riteniamo che le nostre montagne siano risorse globali e che i cittadini di tutti i paesi disposti a visitarle per raggiungere la pace dovrebbero poterlo fare, purché lo facciano entro le nostre disposizioni legali”.

L’ambasciata ucraina a Delhi afferma di aver presentato il 21 marzo all’ambasciata nepalese la richiesta formale di interdire agli atleti russi la scalata all’Himalaya. I funzionari del Nepal però hanno smentito la notizia, dichiarando di non aver ricevuto nessuna comunicazione dai diplomatici ucraini.

Intanto nove alpinisti russi hanno già ricevuto il permesso di scalare l’Annapurna (8.091 m) nella stagione primaverile. Santa Bir Lama, presidente della Nepal Mountaineering Association (NMA) ha dichiarato:

“Abbiamo portato avanti la nostra solita politica. Inoltre, il governo non ha detto nulla al riguardo, quindi non abbiamo preso alcuna nuova decisione”.

Irina Galay, la prima donna ucraina a scalare l’Everest e il K2, ha scritto su Instagram che i russi non dovrebbero avere il privilegio di scalare “finché la guerra continua”.

“Niente pace, niente scalate. Speriamo che presto avremo pace e scalate”, ha scritto sul suo profilo Instagram l’atleta.

Nessun alpinista ucraino è invece atteso in Nepal per questa primavera. Mingma Sherpa, presidente di Seven Summit Treks, un tour operator specializzato per i trekking in Nepal ha dichiarato alla Bbc:

“Avevamo circa 35 alpinisti dall’Ucraina in arrivo per diverse montagne, incluso l’Everest, ma tutti hanno cancellato. Abbiamo visto cancellazioni da parte di russi e altri alpinisti europei a causa della guerra”.

Il dipartimento del turismo del Nepal ha finora rilasciato permessi a 18 spedizioni per scalare le montagne sopra i 6.000 metri per questa stagione primaverile.

Tuttavia, gli operatori turistici affermano che la guerra ha causato un calo significativo degli arrivi.

L’anno scorso, secondo i dati dell’Himalayan Database (che registra dati relativi all’alpinismo nell’Himalaya nepalese) nelle stagioni di arrampicata primaverile e autunnale, sono stati registrati gli accessi di circa 49 russi e 19 ucraini sulle montagne nepalesi più alte di 8.000 metri.

Mingma Sherpa, il presidente della Nepal Mountaineering Association, ha affermato che gli operatori nepalesi sono neutrali e non prendono provvedimenti in base alla nazionalità dei propri clienti:

“Siamo operatori professionali e serviamo i nostri clienti indipendentemente dalla loro nazionalità”.

 

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