Emozioni di carta: parole e racconti

19 marzo 2020 - 15:16

Leggere le storie e i racconti di chi “ha molto vissuto” serve. Per avere, di “prima mano” direttamente dall’esperienza dell’autore, una visione più “ampia” di quella che ognuno di noi ha nella quotidianità.

Giorgio Daidola, con cui ho condiviso spesso piccole e grandi avventure con gli sci da telemark, è un uomo di montagna. Con la malattia del mare… dove ha trasferito la sua voglia di andare e scoprire. Dopo Viaggio in Mediterraneo, in questo secondo libro “Dal Mediterraneo alle Azzorre” riparte a caccia di emozioni a bordo di Zeffiraglia per un’avventura che dall’Adriatico si è conclusa nel bel mezzo dell’Atlantico.

Sempre in tema di viaggi, Daniele Errico racconta in “Escargot” il suo in bicicletta, da Brindisi a Santiago di Compostela, una avventura lungo la via Francigena del Sud e del Nord, attraverso la Francia e la Spagna, riscoprendosi un uomo nuovo sulle vie dei pellegrini.

C’è qualcosa di “politico” nella cultura del camminare. Lo diciamo da tanto, ma in questi tempi non proprio luminosi, in cui la politica piace come un dito nell’occhio, viene quasi voglia di dimenticarsene. Il quarto libro che presentiamo, invece ce lo ricorda con forza, con passione. Anzi, con “amore”, parafrasandone il titolo… Se poi con politica intendiamo la volontà di ragionare sul nostro destino, su che uomo vogliamo fare e come, allora politica è pure la “Manutenzione dei sensi” di cui ci parla Faggiani nel suo romanzo.

Il quinto libro, “Mi sono perso in Appennino”, è un viaggio emozionale di Gian Luca Gasca, dal Colle di Cadibona ai Monti Nebrodi; 2000 chilometri alla ricerca di un Appennino che resiste.

Dalle Alpi Apuane che custodiscono nella loro pancia di pietra storie di popoli temerari e instancabili raccontate da Marco Morando in “Sui sentieri delle Alpi Apuane“, alla regione del Cilento in un tuffo nel passato attraverso gli occhi di Cosimo De Giorgi nel suo “Viaggio nel Cilento“.

Franco Perlotto di storie da raccontare ne hanno molte, la maggior parte ancora nel cassetto, ma intanto accontentiamoci di qualche suo frammento di vita da leggere in “”Spirito libero”.

Chiudiamo da dove abbiamo iniziato: con Giorgio Daidola, autentica “memoria storica” dello scialpinismo mondiale.  Nessuno, meglio di lui, avrebbe potuto rendere omaggio in “Sciatori di montagna” ad alcuni dei pionieri di uno sport “per pochi” che oggi sta diventando, con tutti gli aspetti positivi e negativi che questo comporta, uno sport quasi “di massa”!

DAL MEDITERRANEO ALLE AZZORRE

Giorgio Daidola

Libro del mese

Edizioni Il Frangente, Verona

200 pagine + 32 tavole a colori

Euro 25,00

 

Giorgio Daidola da quando ha lasciato la sua cattedra all’Università di Trento, divide il suo tempo tra la neve d’inverno e l’acqua d’estate. L’ho sentito poco fa perché, frequentandolo da sempre, non mi sono mai preoccupato di definirlo anagraficamente considerandolo quasi un mio coetaneo, mentre sulla biografia ufficiale risulta avere 75 anni… e mi ha detto: “Sto pensando di organizzare, con la mia barchetta, la traversata atlantica, perché ho scoperto che i grandi esploratori di mare hanno vissuto fino a 100 anni!”. Quando, dopo aver veleggiato per anni nel Mediterraneo, ha lasciato il comodo e sicuro ormeggio nel porto di Finale Ligure, dice che non avrebbe mai pensato, un giorno, di superare le Colonne d’Ercole, quel punto mitico che segna il confine tra il conosciuto e l’infinito. Ma è bastato puntare la prua verso l’oceano per cambiare idea. “È stato come un colpo di fulmine giovanile, come entrare d’improvviso in un altro mondo, tanto impressionante quanto affascinante, ignoto e immenso.”

Così è nato un nuovo sogno, finalizzato su una nuova meta: le Azzorre. Puntini persi nel blu sconfinato dell’Atlantico. Dopo tante avventure nel bianco della neve, culminate con la salita del Mutztag Ata in Cina, un gigante di oltre 7500 metri salito e sceso con gli sci, Giorgio ha trovato un nuovo terreno di gioco per le sue fantasie, e dopo aver sintetizzato un decennio di vagabondaggi in mari conosciuti nel suo libro “Viaggio in Mediterraneo”, è ripartito a caccia di emozioni a bordo di Zeffiraglia III, la sua “stagionata” ma ancora efficientissima barca a vela, e dall’Adriatico è arrivato nel cuore selvaggio di un oceano. Per Giorgio non è stato solo un viaggio, ma una sfida alle convenzioni che definiscono la “vecchiaia”, un’onda che monta e travolge solo chi non ha il coraggio di ascoltare il cuore e i sogni. E, da grande narratore, non racconta soltanto l’innegabile piacere della vita per mare, di una autentica traversata oceanica, ma anche la scoperta di un vasto arcipelago ancora incontaminato, un tuffo in un piccolo paradiso terrestre punteggiato anche di tanti, e spesso casuali, incontri importanti. Quelli che danno un senso al viaggiare. E adesso la prua di Zeffiraglia III e i sogni di Giorgio sono puntati verso Ovest. Oltre l’infinito, li aspettano le coste del Nuovo Mondo…

 

 

ESCARGOT

Daniele Errico

Amazon

180 pagine

Euro 14,56

Il vero traguardo per un viaggiatore, non è arrivare, ma viaggiare. Daniele e suo figlio Riccardo lo hanno fatto verso Santiago de Compostela: 3600 chilometri percorsi inseguendo il sole per quasi due mesi. “Guardi il mondo e scopri te stesso”. “Guardi te stesso e scopri il mondo”. Ci si ricollega a quella energia primitiva della natura, che nella vita quotidiana viene soffocata dalle innumerevoli cose senza senso, che diventano la ragione della vita stessa. “Se c’è una cosa che ho imparato dal Cammino è che al pellegrino non importa da dove parte, non importa dove arriverà, o il come, o il quando: gli importa solo con chi è perché”.

 

 

 

 

 

APPENNINO ATTO D’AMORE

Paolo Piacentini

Terre di Mezzo Editore

144 pagine

Euro 14,00

Paolo Piacentini, l’autore del libro del mese, i lettori di TREKKING&Outdoor lo conoscono già da tempo: è il nostro opinionista più impegnato e competente sui temi della tutela e della valorizzazione dei territori montani. Però parlare d’Appennino, per uno come lui, è un’altra cosa. Non è solo un tema, una riflessione, è, appunto, un atto d’amore. Qualsiasi discorso fosse necessario per spiegare quest’atto è doveroso che sia lui a farlo. Lasciamo quindi all’autore stesso il compito di presentare il libro del mese: “L’Appennino ha bisogno di tanto amore, di persone che la mattina alzino lo sguardo oltre le case del piccolo borgo per andare a coltivare la terra, nel senso più ampio possibile: a prendersene cura.

È a queste terre, che sembrano non avere pace, che voglio dedicare il racconto di questo viaggio di novecento chilometri: da Riomaggiore a Castel Madama, dal mare della Liguria alla nostra amata terra, il Lazio.
Un’avventura nata dal bisogno di conoscere, passo dopo passo, le ferite e le minacce contro cui lottano quelle montagne che ci sono entrate nel cuore quando avevamo solo vent’anni. Al profondo desiderio di toccare con mano gli scempi, ma anche le esperienze virtuose, che popolano l’Appennino, all’improvviso si aggiunge il terremoto dell’Aquila. Ormai il nostro viaggio era pronto e questa tragedia non ha fatto che alimentare la volontà di andare ad abbracciare lentamente la spina dorsale del Paese, toccando, appunto, anche i luoghi del sisma. Se qualcuno, in questo momento storico, mi dovesse chiedere a quale partito o area politica appartengo, gli risponderei che appartengo all’Appennino. Appartengo a un territorio”.

 

LA MANUTENZIONE DEI SENSI

Franco Faggiani

Fazi Editore

128 pagine

Euro 12,90

A un incrocio tra casualità e destino si incontrano Leonardo Guerrieri, vedovo cinquantenne, un passato brillante e un futuro alla deriva, e Martino Rochard, un ragazzino taciturno che affronta in solitudine le proprie instabilità. Leonardo e Martino hanno origini ed età diverse, ma lo stesso carattere appartato. Il ragazzo, in affido temporaneo, non chiede, non pretende, non racconta: se ne sta per i fatti suoi e non disturba mai. Alle medie, però, a Martino, ormai adolescente, viene diagnosticata la sindrome di Asperger.
Per allontanarsi dalle sabbie mobili dell’apatia che sta per risucchiare entrambi, Guerrieri decide di lasciare Milano e traslocare in una grande casa, lontana e isolata, in mezzo ai boschi e ai prati d’alta quota, nelle Alpi piemontesi. Sarà proprio nel silenzio della montagna, osservando le nuvole in cielo e portando al pascolo gli animali, che il ragazzo troverà se stesso e il padre una nuova serenità.
A contatto con le cose semplici e le persone genuine, anche grazie all’amicizia con il burbero Augusto, un anziano montanaro di antica saggezza, padre e figlio si riscopriranno più vivi, coltivando con forza le rispettive passioni e inclinazioni. Una storia positiva è al centro di questo romanzo che trabocca di umanità e sensibilità autentiche e che contiene una riflessione sul labile confine che divide la normalità dalla diversità.

 

MI SONO PERSO IN APPENNINO

Gian Luca Gasca

Ediciclo editore

144 pagine

Euro 16,00

Non ci si capita per caso in Appennino. Gian Luca Gasca, giornalista e scrittore di montagna, racconta un viaggio speciale, attraverso i luoghi di personaggi del passato remoto, da Annibale a San Francesco. No, non si finisce per caso in quei piccoli borghi arroccati sui monti che si vedono sfrecciando lungo l’Autostrada del Sole.

 

 

 

 

 

 

SUI SENTIERI DELLE ALPI APUANE

Per riscoprire il cammino dell’uomo

Marco Morando

Bandecchi&Vivaldi di Pontedera

280 pagine

Euro 20,00

“Sui sentieri delle Alpi Apuane” non è una semplice guida dei percorsi più suggestivi delle Alpi di Toscana. L’ambiente naturale – per quanto unico e magniloquente – da solo non basta, le montagne delle Apuane vanno raccontate insieme alle storie degli uomini e delle donne che vivono il territorio.
Sono 43 i percorsi descritti dall’autore Marco Morando, esposti con precisione, correlati da immagini e cartine, classificati anche a seconda del mezzo di trasporto da utilizzare per avvicinarsi al punto di partenza. Alla descrizione delle escursioni, si unisce poi la narrazione delle peculiarità del territorio, che con il passare del tempo hanno dato vita a tradizioni e stili di vita tanto originali quanto affascinanti.
Sono i racconti dei cavatori del marmo e dei contadini, dei piccoli borghi abbandonati e della transumanza, delle antiche filande e dei boscaioli.
L’autore ci conduce lungo un viaggio che non è fatto esclusivamente di cime e valli, ma anche di edifici abbandonati e vecchi mulini, fortezze e villaggi, lavoro duro e amore per la propria terra. Morando aggiorna così la prima edizione del suo lavoro, uscito più di dieci anni fa, aggiungendo un capitolo che tocca anche le novità che hanno interessato il territorio negli ultimi anni e le nuove storie di vita raccolte.

Una curiosità: perché 43 itinerari?
L’autore – appassionato di ciclismo – ha voluto con i suoi percorsi rendere omaggio ai 43 ciclisti che nel 1956 conclusero sul Monte Bondone, in Trentino, una storica tappa del Giro d’Italia.

VIAGGIO NEL CILENTO

Cosimo De Giorgi

Galzerano Editore

268 pagine

Euro 14,25

A vent’anni dall’Unità d’Italia, De Giorgi fu inviato tra i monti del Cilento dal Reale Corpo delle Miniere di Roma, per compiere uno studio geologico. In “Viaggio nel Cilento – gli uomini, le donne, la terra, i paesi, i monti e i fiumi”, lo studioso pugliese traccia però un vero diario di viaggio, che si divincola abilmente dai lacci di un’opera dal fine prettamente scientifico, legata solo alla classificazione della morfologia territoriale. La sua penna va a descrivere le dure condizioni di vita della gente che abitava il Cilento, terra di briganti abbandonata al suo destino.
De Giorgi descrive il massiccio salernitano come una terra da visitare, un luogo dove promuovere turismo e industrie per fermare lo spopolamento e l’emigrazione. Un racconto che narra delle diverse facce di questo angolo di Sud, in bilico tra paesaggi da cartolina e duro lavoro, un Sud che in un secolo e mezzo ha imparato con le proprie risorse a togliersi la severa etichetta di “Terra dei briganti”.

SPIRITO

LIBERO

Franco Perlotto

ALPINE STUDIO Edizioni, Lecco

196 pagine

Euro 19,00

E’ essenziale e concisa, la biografia di Franco Perlotto: nato a Vicenza nel 1957, Guida alpina, viaggiatore, giornalista, ha visitato una cinquantina di paesi nel mondo e scalato alcune migliaia di montagne, molte delle quali da solo. Nessuno potrebbe mai riuscire a capire il suo “spirito” da queste righe. Per fortuna, conosco il mio coetaneo Franco da quasi mezzo secolo.
Negli anni ‘70 lui era uno degli arrampicatori di punta della scena internazionale e io un semplice “manovale” delle rocce, ma fin da subito ci ha unito una sincera e disinteressata amicizia.

Quando ci incontravamo nelle falesie di allora – Valle Santa Felicita a Bassano del Grappa, Lumignano a Vicenza – ci incantava raccontandoci le storie delle leggende d’oltreoceano, e i suoi incontri coi protagonisti dell’epopea del freeclimbing.
Di prima mano, perchè già allora Franco aveva iniziato a girare il mondo e soprattutto aveva scalato in Yosemite Valley, l’Eldorado delle nuove filosofie riguardanti l’universo dell’alpinismo e della scalata.
Per una decina d’anni Perlotto è stato tra i grandi interpreti dell’arrampicata estrema, che l’ha portato in luoghi sperduti del pianeta a caccia di pareti “impossibili” da salire: tra le più importanti, il salto Angel in Amazzonia, due prime solitarie al Capitan in California e la prima solitaria della più lunga via di roccia d’Europa, il Trollryggen in Norvegia.
E’stato anche un grande “creativo” nell’evoluzione degli attrezzi e dell’abbigliamento per arrampicare, collaborando con importanti aziende del settore. Personaggio eclettico e irrequieto, dopo aver concluso la sua parabola di freeclimber Franco si è buttato a testa bassa, con il suo stile guascone ma efficace, nel mondo della cooperazione internazionale, partecipando a missioni umanitarie in Afghanistan, Palestina, Ciad, Bosnia, Zaire, Rwanda, Sudan, Congo, Sri Lanka e in Brasile, dove ha vissuto per tre anni con gli indios Yanomami nella foresta amazzonica e per altri quattro ha coordinato un programma del Ministero degli Esteri contro gli incendi forestali in Amazzonia, della quale è uno dei più grandi esperti italiani.
Dopo varie tragedie, disastri naturali e guerre vissute in diretta, vicissitudini fisiche tra incidenti, fratture e infarti… a 60 anni Franco è ritornato alla montagna, non da “pensionato” ma come gestore del rifugio Boccalatte-Piolti, uno dei più “estremi” del Monte Bianco, posizionato a 2800 metri di quota alla base dell’immensa parete delle Grandes Jorasses. lo trovate lì, se dopo aver letto “Spirito Libero” vi è nata la voglia di conoscerlo e di ascoltare “dal vivo” qualche altra avventura.

 

SCIATORI DI MONTAGNA

Giorgio Daidola

Mulatero Editore

192 pagine

Euro 19,00

Giorgio Daidola, grande amico ancor prima che eclettico sciatore, con cui ho vissuto magnifiche avventure tra le nostre montagne, per questioni non solo anagrafiche, ma soprattutto per conoscenza diretta dei più grandi protagonisti degli sport in montagna, può essere considerato una autentica “memoria storica” dello scialpinismo mondiale. E nessuno, meglio di lui, avrebbe potuto rendere omaggio ad alcuni dei pionieri di uno sport “per pochi” che oggi sta diventando, con tutti gli aspetti positivi e negativi che questo comporta, uno sport quasi “di massa”!

“12 storie di chi ha fatto la storia dello scialpinismo” è il sottotitolo di un libro che si legge d’un fiato, perchè i racconti di questi precursori, le loro vite in salita e discesa, spesso troppo veloci nella loro conclusione, sembrano a volte un romanzo di avventure. Dai Paulke, Kurz, Lunn, “padri nobili” di questa affascinante disciplina che coniuga la passione per “la glisse”, la discesa con gli sci, all’avventura alpinistica, ai fuoriclasse delle “pelli di foca” come Paul Preuss, Ettore Castiglioni, Toni Gobbi, per arrivare alle visionarie discese estreme di Heini Holzer, le tracce seguite da Giorgio Daidola, per una volta non sulla neve ma indietro nel tempo, sono testimonianza di come la passione per la montagna possa diventare una ragione di vita.

 

Rubrica a cura di Michele Dalla Palma

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