Camminare tra i ghiacciai: 5 itinerari panoramici sopra i 3000 metri

L'estate è la stagione dei trekking d'alta quota: le spettacolari vette, durante i mesi più caldi dell'anno, diventano meta ideale per scoprire itinerari al fresco e incredibili panorami

24 luglio 2025 - 6:24

Camminare in alta quota: 5 itinerari d’estate sopra i 3000 metri

Lo spettacolo di panorami unici al fresco della montagna d’estate: un’emozione indimenticabile, da portare a casa e ricordare per sempre.

Parole un po’ altisonanti, ma è quello che si addice a ciascuno degli itinerari che vi proponiamo, dedicati alla scoperta dell’alta montagna, oltre il limite dei 3 e 4000 metri.

Questa volta abbiamo lasciato il sentiero sicuro dell’escursionismo alla portata delle gambe di tutti per addentrarci su percorsi più impervi, in equilibrio fra trekking impegnativo e alpinismo facile.

Camminare in alta quota è un’esperienza diversa: più silenziosa, più rarefatta, più intensa. L’aria si fa sottile, i colori cambiano, e il passo rallenta quasi in automatico, come a rispettare la maestosità dell’ambiente.

Serve attenzione, preparazione fisica, conoscenza del terreno e un corretto approccio alla montagna, perché i percorsi oltre i tremila metri non perdonano l’improvvisazione.

Non sono vie per tutti, ma neppure riservate a pochi: con l’attrezzatura giusta, l’accompagnamento adeguato e la giusta cautela, possono regalare esperienze memorabili in piena sicurezza.

Ecco cinque itinerari spettacolari e panoramici a un passo dal cielo. Avvertenza: chi non è esperto di trekking con difficoltà alpinistiche, anche se di base, dovrebbe farsi consigliare e accompagnare da persone esperte e guide alpine.

1 – Gran Paradiso, panorami unici al fresco

Il Gran Paradiso è l’unico quattromila interamente italiano, e questo già lo rende speciale.

Si trova nel cuore dell’omonimo Parco Nazionale, il più antico d’Italia, istituito nel 1922 per proteggere lo stambecco, che ancora oggi popola queste montagne.

Salire su questa vetta significa anche attraversare uno degli ambienti alpini più integri e suggestivi, dove la natura domina incontrastata.

La sua via normale, pur non essendo tecnicamente difficile, richiede preparazione fisica e buon passo su ghiacciaio.

Si parte dal Rifugio Vittorio Emanuele II, incastonato tra pietraie e rododendri, per poi salire tra morene, nevai e grandi vedute alpine.

L’ambiente è maestoso ma accessibile, ideale per chi vuole vivere l’alta quota senza affrontare passaggi estremi.

Arrivati in vetta, a quota 4.061 metri, si viene accolti dalla celebre Madonna in bronzo, che osserva silenziosa il massiccio del Monte Bianco, il gruppo del Rosa e il lontano Cervino.

Un’esperienza che segna il cuore e la memoria: per molti, il Gran Paradiso è il primo vero battito d’ali verso l’alpinismo.

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2 – Breithorn, il primo Quattromila delle Alpi

Il Breithorn Occidentale, con i suoi 4.165 metri, è spesso considerato il “quattromila più facile delle Alpi” — ma non va sottovalutato.

Il punto di partenza è spettacolare: il Plateau Rosà, raggiungibile in funivia da Cervinia. Da lì si apre una lunga distesa glaciale verso la vetta.

La salita è breve ma intensa, e si svolge interamente su ghiacciaio: ramponi ai piedi, corda, e sguardo sempre rivolto alle cornici e ai crepacci.

Il tracciato, pur lineare, richiede familiarità con l’ambiente glaciale e attenzione costante.

Affrontare questa salita all’alba, con le prime luci che colorano il pendio, è un’esperienza che resta impressa nella memoria.

Nonostante la relativa facilità tecnica, si è subito immersi in un’atmosfera d’alta quota, tra il bianco accecante della neve e il cielo terso che sembra vicino.

Dalla vetta, lo sguardo spazia sul Cervino da un lato, il Rosa dall’altro, e più in là le vette della Svizzera e della Valle d’Aosta.

Un ottimo banco di prova per chi vuole vivere il fascino dei quattromila in sicurezza.

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3 – Lyskamm, la vetta più elegante del Monte Rosa

Il Lyskamm è una delle montagne più affascinanti e temute del gruppo del Monte Rosa.

Con i suoi 4.527 metri non è la più alta, ma sicuramente una delle più eleganti: una cresta sottile e continua che domina il paesaggio come una lama di ghiaccio sospesa tra cielo e terra.

La traversata Est-Ovest è una classica dell’alpinismo: esposta, panoramica, indimenticabile.

La cresta del Lyskamm si estende per circa 5 chilometri ed è tra le più spettacolari delle Alpi.

Seguire la sua linea sottile sospesi tra due versanti regala una delle camminate d’alta quota più emozionanti dell’intero arco alpino.

Nelle giornate limpide, lo sguardo si apre su un panorama vastissimo che abbraccia l’intero gruppo del Monte Rosa, il Cervino e le Alpi bernesi.

Serve esperienza, passo sicuro e condizioni perfette, perché i tratti affilati non perdonano disattenzioni.

In cambio si ha il privilegio di camminare in equilibrio tra due versanti: a sud la Valle d’Aosta, a nord i ghiacci eterni del versante svizzero.

Il Lyskamm è bellezza pura, ma richiede rispetto: non si concede a chi non è pronto.

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4 – Il ghiacciaio del Rutor tra La Thuile e Valgrisenche

In estate il Rutor è una delle vette più spettacolari della Valle d’Aosta.

Con i suoi 3.486 metri di altitudine, domina come un possente guardiano di roccia e ghiaccio, regalando emozioni forti a chi ama le salite impegnative e i panorami sconfinati.

Ci troviamo sulle Alpi Graie, lungo il confine tra Italia e Francia, in un territorio che conserva un’anima selvaggia e autentica.

Il Rutor si colloca sullo spartiacque che separa la Valgrisenche dalla Valle di La Thuile, in un’area dove la natura regna sovrana.

È una zona poco frequentata rispetto ad altre mete più celebri, e proprio per questo conserva un fascino autentico e selvaggio.

I sentieri si snodano tra valloni ampi e silenziosi, dove è facile incontrare marmotte, camosci e avvistare rapaci in volo.

Lontano dai grandi flussi turistici, il Rutor offre un contatto diretto con la montagna più vera.

Durante l’ascesa si attraversano prati alpini fioriti, laghi di origine glaciale che riflettono il cielo, morene rocciose e imponenti seracchi.

Dalla vetta lo sguardo si apre su un panorama che abbraccia le cime più celebri delle Alpi: il Monte Bianco, il Grand Combin, il Cervino, il Monte Rosa e il Gran Paradiso.

Un orizzonte vastissimo, capace di far sentire piccoli e, allo stesso tempo, parte di qualcosa di straordinario.

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5 – Valtellina, lo spettacolare Monte Disgrazia d’estate

Il Disgrazia è una delle vette più belle della Valtellina.

Il suo nome così particolare non si riferisce a tragedie, alle temibili peculiarità delle sue pareti ghiacciate o delle sue affilate creste, ma ad un antico toponimo dialettale “Desglascià” (“si sghiaccia”, “si scioglie”).

Una montagna affascinante e ricca di contrasti: severa ma seducente, aspra ma generosa.

La sua posizione tra Valtellina e Valmalenco la rende visibile da lontano, come un faro tra le cime.

È una vetta che colpisce l’immaginazione e invita a scoprirne i molteplici volti, tra natura e tradizioni.

La leggenda racconta dell’antico nome del monte, il Pizzo Bello.

In passato, infatti, questa zona era occupata da un insieme di alpeggi, verdi e rigogliosi.

I pastori, però, erano troppo avidi, tanto da scatenare – secondo la tradizione – l’ira di Dio che li punì bruciando l’intera montagna e ammantandola di ghiacci eterni, conferendo così alle cime del gruppo nomi che sembrano derivare direttamente dal fuoco: Girosso, Corni Bruciati, Sassera e Corna Rossa.

Per fortuna, ai giorni nostri, oltre al ghiaccio e alle alte montagne, queste zone sono anche ricche di boschi e verdi prati, adornati da coloratissimi fiori e attraversati da fiumi e ruscelli.

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