Alpi Cuneesi: le Valli Monregalesi e la Val Varaita

Città ricche di storia, boschi rigogliosi, tradizioni e storie antiche, colline disegnate dai vigneti e montagne imponenti, con percorsi enogastronomici, artistici e naturalistici: tutto ciò, ma non solo, fa della provincia di Cuneo una perla preziosa d’Italia.

25 giugno 2020 - 8:49

Un grande territorio non ha bisogno di grandi parole: si racconta da sé.

Qui le radici e la storia sono rimaste le stesse di sempre.

Ogni stagione offre un’opportunità, ogni angolo una sorpresa: che la si scopra in inverno, quando tutto è imbiancato di neve, o in estate, con il sole che riflette i colori della natura, non importa perché il suo fascino resta invariato.

Emozioni sulla punta delle mani: muoversi tra le Valli Monregalesi

Una mano aperta che dai massicci più elevati delle Alpi Liguri si apre a ventaglio verso nord, in direzione di Mondovì, delle sue colline e della sua pianura. Cinque insenature orografiche principali da cui si dipartono rami secondari che si intrecciano e si sovrappongono.

Le Valli Monregalesi affascinano per quella morfologia ravvicinata, per quei borghi sospesi nel tempo, per quei balconi panoramici che si affacciano sulla piana e sul resto dell’arco alpino.

Angoli inattesi che si aprono tra rocce, boschi e pascoli oppure che scavano in profondità gettandosi nel sottosuolo, come nella Grotta di Bossea, nelle Grotte del Caudano o nella Grotta dei Dossi, eccellenze nascoste dal respiro internazionale.

Ma le vallate del Monregalese sono da sempre una terra di commerci e di passaggi, impregnata di sentieri, viuzze, sterrate e carrarecce.

Come in Valle Ellero, lungo l’antica Via del Sale che sfocia nell’imperdibile Pian Marchisio prima di arrampicarsi verso il Passo delle Saline lambendo il Rifugio Mondovì.

Oppure in Valle Casotto sulle tracce della Roa Marenca, immergendosi tra castagni e faggi secolari, sfiorando eccellenze architettoniche come la Reggia di Valcasotto e risalendo verso la Via dei Cannoni tra pascoli e crinali panoramici.

Tra le Valli Roburentello e Corsaglia, invece, gli itinerari profumano di storia e di tradizione.

Nella terra del Kyé (dialetto locale assimilabile alle parlate occitane delle valli cuneesi e torinesi), infatti, sono tanti i percorsi che consentono un caleidoscopico tuffo nella civiltà alpina del secolo scorso.

Dalla ramificata rete di Parpaiun (oltre centro chilometri tra Pamparato, Roburent e Montaldo di Mondovì) ai tracciati che si inoltrano tra i boschi e i versanti di Frabosa Soprana e Frabosa Sottana, lambendo appena il comprensorio sciistico del Mondolé Ski, che d’estate indossa le vesti di un moderno bike park. Due ruote protagoniste anche a Viola Saint Grée e al Monte Alpet, per il bike village più antico della zona.

Diverse, infine, le passeggiate a tema religioso praticabili nell’areale (da Madonna della Neve di Viola a San Colombano di Monasterolo Casotto, dal Monte Calvario di Villanova Mondovì a Sant’Anna di Prea di Roccaforte Mondovì) e le camminate distensive in bassa valle, nei pressi ad esempio del Lago di Pianfei o lungo l’affascinante circuito del Landandé.

Un’offerta variegata, insomma, da praticare magari degustando i tanti formaggi d’alpeggio della zona o, per i più golosi, le Paste di Meliga del Monregalese, i Biscotti di Pamparato o le Cupete.

 

Valle Varaita, un’avventura lunga settanta chilometri

L’aroma dolciastro dei frutteti di bassa valle, il fresco respiro del Bosco dell’Alevé, le intriganti meridiane di Bellino.

O ancora le avvolgenti architetture di Sampeyre e Casteldelfino, gli interminabili tornanti che si arrampicano al Colle dell’Agnello, lambendo vette inafferrabili che graffiano il cielo.

Settanta chilometri di storie, sapori e paesaggi che fanno della Valle Varaita un lungo polmone verde che sa guardare al futuro con gli occhi del presente e del passato.

Tra i giochi di luci e ombre che si rincorrono da un versante all’altro, si sviluppa allora il Valle Varaita Trekking, percorso a tappe di dodici giorni che si immerge nell’anima più autentica del territorio.

Da Verzuolo a Becetto di Sampeyre, con il suo Santuario dall’inusuale Madonna Nera; dal cuore selvaggio dell’Alevé, la cembreta più estesa d’Europa, a Chianale, inserito tra i Borghi più Belli d’Italia; dalle silenziose borgate di Bellino all’ottocentesco Santuario di Valmala.

Angoli inaspettati che profumano di arte e di tradizione, per un ambiente montano che era parte attiva della lungimirante Repubblica degli Escartons (con il cantone di Casteldelfino) e che custodisce ancora oggi una delle più antiche e importanti feste dell’intero arco alpino italiano (la Baìo di Sampeyre).

Ma in Valle Varaita le vibrazioni emotive maggiori si raggiungono forse nella pratica escursionistica, grazie ad un’offerta eterogenea che si distende dalla bassa valle fino ai 2.748 metri di quota del Colle dell’Agnello.

Un amalgama paesaggistico che dal Giro del Monviso, il cui sguardo severo incombe su Pontechianale, arriva alla facile traversata Pontechianale-Chianale sotto il fresco abbraccio dei lariceti, senza disdegnare l’ascesa al meraviglioso Lago Bleu e le carezze panoramiche di Bellino che sfumano nel selvaggio Vallone di Trasversagn.

Incastonato nel cuore della media valle, invece, il Sentiero dei Sarvanot a Rore di Sampeyre consente un’affascinante immersione alla scoperta del bosco e dei suoi magici abitanti, prefigurandosi come uno dei sentieri più caratteristici della vallata dove fiaba e natura si compenetrano senza soluzione di continuità.

Ma muoversi in Valle Varaita, infine, vuole anche dire respirare appieno il profumo del legno da poco lavorato (tipica produzione artigianale della zona che raggiunge il suo acme tra Brossasco e Piasco, celebre non a caso per la fabbricazione delle arpe) nonché lasciarsi trasportare dalle eccellenze enogastronomiche locali come le Ravioles (gnocchi di patate e formaggio conditi con burro fuso), i Tomini di Melle e i Crosetins preparati con la farina di segale.

 

 

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