Valle del Vanoi e Valle del Mis: la vacanza wild nel cuore verde del Trentino

Il cuore verde del Trentino: la Valle del Vanoi e la Valle del Mis, a pochi chilometri da San Martino di Castrozza, sono un paradiso di bellezza e tranquillità. Camminiamo alla scoperta delle tradizioni, dei sapori e del gusto delle montagne più belle del mondo.

2 luglio 2021 - 7:38

Valle del Vanoi e Valle del Mis: la montagna più autentica

Trovare luoghi poco affollati anche in pieno agosto in grado di fornire l’esperienza più autentica della montagna, senza scendere a compromessi, non è cosa facile.

Eppure ci sono angoli d’Italia in cui trovare ristoro alla calura estiva sfuggendo alle folle del turismo di massa, è ancora possibile.

È il caso della Valle di Vanoi e della Valle del Mis, in Trentino, uno scrigno di natura e tradizioni che regala la possibilità di unire la passione per la montagna con la scoperta delle tradizioni di chi ci vive da secoli.

Tradizioni e cultura si traducono nell’ospitalità indimenticabile, ma anche nel gusto e nei sapori di una terra unica.

Qui le esperienze dei tempi passati sono state conservate e valorizzate, un passato oggi fruibile ai visitatori in modo nuovo e ben organizzato.

 

Montagna ed escursioni per tutti, famiglie comprese

Le famiglie, ma non solo, potranno trovare tra queste valli un luogo ideale per passare una vacanza all’insegna della natura e del benessere.

Siamo in quello che tutti conoscono come il cuore verde del Trentino. I suoi ritmi sono a misura d’uomo e i paesaggi incontaminati regalano la possibilità di riappropriarsi del tempo.

Il programma di attività, ricco e vario, offre molte opportunità per conoscere il territorio.

Ci sono trekking ed attività organizzate ideali per andare alla scoperta di queste montagne senza nemmeno la fatica di organizzare.

La mobilità sostenibile è al centro del sistema di trasposto delle valli, sono presenti infatti navette, servizi di noleggio e-bike, e naturalmente, tanti sentieri per escursioni di ogni livello e difficoltà.

Insomma, da queste parti il viaggiatore non deve pensare proprio a nulla, se non a prenotare per tempo la propria esperienza wild&local, insieme magari al maso o alla casa di montagna, l’agriturismo o albergo, per godersi la vacanza green lontano dal caos delle città.

Andiamo alla scoperta di queste valli camminando, che è sempre il modo migliore, su tre itinerari.

Esploriamo la natura, la cultura e le tradizioni del cuore verde del Trentino.

L’Anello dei Pradi di Tognola: l’antica tradizione delle casere

Pradi di Tognola sono uno dei simboli della Valle di Vanoi.

Rappresentano bene il rapporto armonico che l’uomo ha saputo stabilire con la natura. Si tratta di aree di media quota disboscate negli ultimi tre secoli per permettere il pascolo.

Qui, a poco più di 1200 metri di altezza, possiamo conoscere da vicino un insediamento fatto di baite e fienili, che qui prendono il nome di casere e tabiadi, con la tradizionale copertura a scandole, eseguite con legno di abete o di larice, una tecnica molto antica.

L‘Anello dei Pradi di Tognola è uno dei quattro anelli all’interno del percorso del Sentiero Etnografico dell’Ecomuseo del Vanoi.

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Il filo conduttore di questo itinerario è la fienagione e la vita stagionale sui prati.

Il percorso inizia in località Pont de Stel, raggiungibile in auto o con le apposite navette estive dall’abitato di Caoria (i più allenati possono partire a piedi anche dalla stessa Caoria percorrendo la forestale che in 1.30 ore conduce fino alla partenza dell’anello dei Pradi).

Arrivati nei pressi del ponte si seguono le indicazioni che conducono lungo un sentiero che si arrampica sulla destra entrando nel bosco.

L’itinerario prosegue sulla sinistra orografica del Rio Valsorda fino ad incontrare il ponticello in legno che lo attraversa risalendo poi sull’altro versante della vallata per un suggestivo sentiero che in pochi minuti conduce fino al grande prato dove sorgono i Masi.

L’abitato è unico nel suo genere.

Si possono visitare gli allestimenti interni ed esterni di alcune delle casère, delle stalle e dei fienili che compongono l’insediamento rurale, dai prati circostanti c’è una straordinaria veduta della cima del Conte Moro e del gruppo di Cima d’Asta.

Alcune di queste strutture, di proprietà del Parco Paneveggio Pale di San Martino, sono completamente visitabili durante la stagione estiva.

Il biglietto, lo stesso di tutti i siti eco museali, può essere acquistato anche in loco.

Camminare tra le casere e i fienili dei Pradi è un po’ come viaggiare nel tempo.

Le casere, la vita tradizionale, stagione dopo stagione

Ma com’era la vita nelle casere?

Percorrendo questo itinerario possiamo scoprirlo.

La casera de Tita, dal nome del suo ultimo proprietario, è rimasta pressoché immutata e consente di entrare in contatto con la realtà antica dei pascoli.

Le finestre sono piccole e in origine non era previsto l’uso del vetro, bensì di una rete metallica. Piccola è anche la porta, che si oltrepassa per visitare l’interno.

Si nota subito il grande spazio occupato dall’arin, il focolare. Si tratta di un fuoco rialzato da terra, in alcune il fuoco è a livello del terreno, con una piccola buca a contenerlo.

Le piccole panche tutt’intorno e la catena con el candrol, il paiolo per fare la polenta o per cuocere altri cibi, raccontano dei momenti della convivialità intorno al fuoco.

Dagli interstizi che si trovano tra gli stelari – i tronchi – e attraverso lo spazio che delimita il congiungimento tra parete e tetto, usciva il fumo.

Nell’area davanti al focolare c’è un piccolo soppalco per riporre gli oggetti, nello spazio residuo si vedono le scandole – tegole in legno – che coprono il tetto della costruzione.

Il pavimento è rivestito con assi in legno, in alcune strutture si trovava della semplice terra battuta. La camera da letto è scaldata con el fornel a musat, una stufa così chiamata per la forma che ricorda il dorso di un asino. Il letto era un privilegio per gli più anziani o i genitori.

I giovani dormivano nel fienile, ricavando il proprio giaciglio sui cumuli di fieno, oppure su la busa delle patate, un alloggio sotto il pavimento che ospitava i tuberi seminati sui prativi, o altri generi alimentari.

 

Vita quotidiana nelle casere: un viaggio nel tempo e nella cultura

Accanto a quasi tutte le casere si trovano i caseloti, stanzini utilizzati come ricoveri per i vari attrezzi di uso quotidiano o per la conservazione di latte e formaggi.

La temperatura qui si mantiene costante grazie dalla terra che li avvolge che impedisce ai prodotti di gelare o di germogliare.

Finita la stagione i contadini prendevano i prodotti e andavano a valle per venderli.

In una delle casere aperte alla visita si trova la mussa: un perno in legno dotato di braccio che aiutava a spostare le caldaie colme di latte sul focolare, dando così il via al processo di cagliatura.

La stanza destinata al riposo notturno, ospita una serie di oggetti per la lavorazione del latte (notevoli i secchi in legno) e una originale “meccanizzazione” del burcio – la zangola – per la lavorazione del burro. La stalla e il fienile sono sovrapposti.

La stalla è al piano inferiore ed è ben protetta dalle intemperie, la parete rivolta alla montagna è infatti costituita da un interrato.

Al suo interno potevano essere ospitate le vacche di più proprietari disposte sui diversi lati.

Con una carriola si provvedeva a rimuovere il letame dai canali di scolo scavati a terra e, attraverso una botola del soffitto, il fieno per le mangiatoie poteva essere agevolmente calato dal sovrastante fienile.

Il fienile era arieggiato per mantenere l’ambiente asciutto e preservare la qualità del foraggio.

I cumuli di fieno si formavano con la sovrapposizione dei diversi tagli stagionali e donavano all’ambiente un profumo assolutamente unico.

Il rientro a Ponte Stel avviene per un percorso ad anello che permette prima di raggiungere la località Prà dei Tassi e poi, attraverso un comodo sentiero in leggera discesa di rientrare al punto di partenza, dove si trova tra le altre cose anche la Segheria di Valzanca, altro fiore all’occhiello del Sentiero Etnografico del Vanoi.

Nel corso dell’estate lEcomuseo del Vanoi organizza delle visite guidate ai Pradi di Tognola.

Una delle più suggestive è senza dubbio il Maso Trekking, un tour dei masi di Tognola, che da l’occasione di vedere e toccare con mano la vita contadina di un tempo, vissuta tra queste montagne, con tanto di tuffo nel fieno per i più piccoli.

Il trekking dura una giornata intera, il punto di ritrovo è la Casa del Sentiero Etnografico a Caoria. Una volta arrivati si ha a disposizione una guida per immergersi, nel vero senso della parola, negli usi e costumi della civiltà contadina che ha vissuto tra queste montagne.

Il luogo ideale per fare un picnic tra i prati, gustando i prodotti tradizionali, presenti nel cestino preparato dal maso. Nel sacco in tela viene offerto un panino da comporre a piacimento con i prodotti locali, una bottiglia d’acqua, un frutto e un dolce.

Si può anche decidere per un pranzo take away compilando un modulo online.

Caratteristiche dell’itinerario
– Difficoltà: facile
– Tempo di percorrenza: 1.30 ore
– Dislivello: 150 m
– Periodo: metà primavera – tardo autunno
– Partenza: località Pont de Stèl

 

La Malga Fossernica di Dentro: camminando nel regno dell’aquila

Ancora in Valle di Vanoi, questo itinerario consente di immergerci nella natura silenziosa e selvaggia di questa parte di Trentino.

Le foreste dolomitiche regalano indimenticabili momenti di tranquillità e i punti panoramici consentono di ammirare le rocce delle montagne più belle del mondo e, se si è fortunati, si potrà anche osservare il volo maestoso delle aquile.

Dal Rifugio Refavaie, raggiungibile dopo aver superato l’abitato di Caoria, si seguono le indicazioni per “Malga Fossernica di Dentro – Cima Paradisi”.

Si percorre il sentiero 335 fino al Capitello con il Cristo crocefisso.

Da qui si segue il segnavia 339 con indicazioni per la Malga di Fossernica di Dentro.

Si supera la strada forestale e si prosegue sul sentiero immerso nel bosco racchiuso tra due muretti di pietra.

Superate diverse casere abbandonate si sbuca ancora sulla strada forestale.

La si attraversa e si prosegue in salita.

Dopo pochi minuti si arriva nuovamente su una strada forestale: a questo punto si devia a sinistra per duecento metri circa e quindi a destra fino a scorgere il grande prato della malga Fossernica di Dentro (m 1777).

La malga, aperta con ristorazione per l’intero corso dell’estate, è conosciuta per la cucina, con i migliori piatti della tradizione trentina realizzati con i prodotti del territorio, come l’ottima tosela (cagliata fresca a pasta semidura servita spesso con polenta e luganeghe) del Caseificio di Primiero, assolutamente da provare.

Dal prato antistante la malga si gode di uno spettacolare panorama sul gruppo di Cima d’Asta e del Lagorai centrale.

Per chi volesse continuare, dopo circa un’ora di cammino si arriva alla Malga Fossernica di fuori (m 1804), affacciata sul versante orientale, al cospetto del gruppo del Folga.

Per il rientro si segue lo stesso sentiero dell’andata oppure incamminandosi direttamente lungo la più comoda e lunga strada forestale fino al Rifugio Refavaie.

La zona di Fossernica in estate diventa luogo d’elezione anche per alcune iniziative dell’Ecomuseo.

Molto interessante in particolare il Botiro Sunset: il tramonto tra le malghe (9 e 30 luglio), che permette di immergersi tra i profumi e i colori dei pascoli della Valle del Vanoi alla scoperta del suo oro giallo: il Botìro di Primiero di Malga, il burro d’alpeggio a panna cruda Presidio Slow Food.

Tappa imperdibile la visita alla Malga Fossernica di Fuori, culla di questa chicca gastronomica, dove Dimitri e Lily attendono i camminatori per la mungitura delle mucche.

Dopo aver visto i pastori al lavoro è tempo di godersi un aperitivo tra i prati. Un attimo di relax prima di scoprire i segreti di questa eccellenza del caseificio di Primiero.

Si rientra poi a Malga Fossernica Di Dentro per una cena al tempo stesso tradizionale e originale davanti allo spettacolo del sole che tramonta sulla Valle del Vanoi.

Caratteristiche dell’itinerario
– Difficoltà: media
– Tempo di percorrenza: 4 ore
– Dislivello: 650 m
– Periodo: da aprile a novembre (malga aperta solo in estate)
– Partenza: località Refavaie

 

Valle del Mis: intrecci nel tempo, l’itinerario nel silenzio della foresta

 

La Valle del Mis è la meta ideale per chi ama vivere esperienze autentiche ed è disposto a fare qualche chilometro in più per scoprire luoghi straordinari e ancora poco conosciuti.

L’itinerario Intrecci del Tempo parte dall’albergo Chalet Giasenei, e si addentra tra i boschi di faggi ed abeti, seguendo in parte antichi sentieri e in parte comode strade forestali.

Si tratta di un itinerario ad anello di 8 km, che conduce, tra alcuni brevi tratti di strada forestale e più lunghi segmenti di sentiero, alla scoperta di un’area come quella della Val delle Moneghe che per secoli è stata un giacimento di estrazione di minerali e legno.

Piazze carbonili ed antiche calchere, strati geologici che affiorano e che segnano il susseguirsi del tempo, si intrecciano con avventure alpinistiche e con fiori del sottobosco.

Un’interpretazione dei luoghi e del tempo attraverso la storia locale fatta di indizi ed abbandoni, di ricordi e di immagini che coralmente intessono un racconto attraverso 16 totem informativi e 3 arpe interpretative.

Intrecci del tempo indica proprio l’intreccio tra il passato, il presente e il futuro ma anche l’intreccio tra il Parco naturale Paneveggio Pale di San Martino ed il parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi che qui si trovano geograficamente più vicini che mai.

Il percorso è praticabile in ogni periodo dell’anno, sia in estate che in inverno, quando i rumori della natura sono ovattati dal manto nevoso e addentrandosi nel bosco si ha l’impressione di entrare in un mondo da fiaba.

Caratteristiche dell’itinerario

Difficoltà: T
Tempo di percorrenza: 4:00 ore
Dislivello: 340 m
Periodo: tutto l’anno
Partenza: parcheggio presso l’Hotel Chalet Giasenei

 

Informazioni Utili:

 

 Apt San Martino di Castrozza, Passo Rolle, Primiero e Vanoi.

 

 

 

 

 

_ Visita il sito web dell’APT San Martino

 

San Martino di Castrozza:
_ Telefono: 0439 768867
_ Email: info@sanmartino.com

 

Guide Aquile San Martino di Castrozza:

_ Telefono: 0439 768795
_ Email: info@aquilesanmartino.com
_ Sito Web: aquilesanmartino.com

 

Fiera di Primiero:
_ Telefono: 0439 62407
_ Email: infoprimiero@sanmartino.com

 

Canal San Bovo:
_ Telefono: 0439 719041
_ Email: infovanoi@sanmartino.com

 

Parco Naturale Paneveggio Pale di San Martino:
Telefono: 0439 64854 – 0439 762545
_ Email: info@parcopan.org
_ Sito web: www.parcopan.org 

 

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