Passeggiata alle lave del 1992

18 marzo 2020 - 9:46

Sulla destra di questo pianoro si apre un faticoso sentiero che risale in direzione di Monte Calanna (lunghezza circa 1100 metri; dislivello circa 180 metri).Tralasciando, quindi, la evidente pista che attraversa la colata sul proseguimento della trazzera, s’imbocca, a quota 830m s.l.m., la traccia  che inizia dietro il primo dei cinque pilieri che indicano i principali punti di osservazione.
Il paesaggio lungo tutto il percorso è affascinante e primordiale. Dopo aver costeggiato e, a tratti, attraversato un campo di lave cordate dalle bizzarre forme, il sentiero se ne allontana lievemente e continua a salire sulle lave del 1852 – ’53, ormai colonizzate dalla vegetazione, muovendosi tra distese di profumate Ginestre, Graminacee e Valeriana rossa, sino a giungere a Portella Calanna (1003 s.l.m.).
La vista qui spazia dalla Serra del Salifizio, a sud, alla valle del Bove e agli imponenti crateri sommitali, a ovest, e alla serra delle Concazze, a nord. Di fronte, Val di Calanna –o quel che resta di quella che sino al marzo del 1992, era una tranquilla oasi verde di vigne e frutteti, ricca di sorgenti, punteggiata di casudde, ed oggi è soltanto un mondo nero e desertificato, un istante congelato nella vita del vulcano- e monte Calanna (1325 s.m.l.), un basso sperone roccioso, ricoperto da una vegetazione tenacemente abbarbicata alle sue pareti, totalmente assediato da lave recenti, estremo ricordo di quei Centri Eruttivi Alcalini Antichi, progenitori dell’ Etna attuale, che il tempo ha ridotto a questo estremo baluardo.
Raggiunto il punto di osservazione n. 5 conviene tornare indietro, perché da qui in poi la traccia diviene difficile da seguire e a tratti è coperta dalla vegetazione. Per quanti vorranno in ogni modo continuare, segnaliamo che il sentiero, aggirata la base di Monte Calanna, dirige poi verso Ovest entrando così nel catino della Valle del Bove.

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