

Sulle orme di Federico II: castelli, miti e borghi tra mare e colline nella Sibaritide
Un itinerario alla scoperta delle tracce sveve in Calabria: da Castroregio alla costa ionica, tra castelli federiciani, leggende antiche e natura autentica.
Amendolara: tra miti bizantini e manieri federiciani
Partendo da Castroregio, si scende lungo la SP266 verso Amendolara. Una deviazione conduce nel fresco e verdeggiante bosco di Straface, teatro della suggestiva processione della Madonna delle Grazie che, ogni anno, si tiene la prima domenica di settembre.
Giunti ad Amendolara, si scopre un borgo arroccato su un colle: la Chiesa di Santa Maria (IX‑X sec.) e la Chiesa Madre romanica di Santa Margherita raccontano la permanenza bizantina.
Al centro, svetta il Castello Federiciano, eretto sui resti di una fortificazione longobarda e voluto da Federico II come residenza tra Calabria e Puglia.
Il Museo Archeologico “Vincenzo Laviola” racconta l’archeologia locale, dai vasi terragni agli strumenti antichi, fino agli insediamenti arcaici del Pianoro di San Nicola.
Si passeggia tra vicoli e chiese bizantine (San Giovanni Armeno, Annunziata) e resti romani: terme, necropoli, la Statio ad Vicesimun dell’Itinerario Antonino.
Tradizioni umanistiche emergono nei riferimenti a Pomponio Leto, mentre l’arte contemporanea locale rende omaggio all’Italo‑argentino Antonio Sassone: diverse sue opere sono custodite nella chiesa e nel municipio.
Il viaggio in questo territorio è anche un’esperienza per il palato, grazie alle tradizioni culinarie di questo borgo: dagli amaretti di mandorla ai raschiatilli, i ferrazzuoli, i crispi e le seppie con piselli.
Annunziata e la Secca di Amendolara: storia e mito in riva al mare
Scendendo verso la costa, la Cappella dell’Annunziata (IX‑X sec.), conosciuta come dei Greci, rivela l’antico spirito eremitico.
Arrivati alla Marina, la grande Secca di Amendolara s’incontra a dodici miglia dalla costa: un paradiso per la subacquea e al contempo lo scenario del mito di Ogigia, l’isola di Calipso dove Ulisse rimase sette anni.
L’area è oggi parco marino regionale, custode di biodiversità e mito.
Roseto Capo Spulico: rose, castelli e vicoli raccontano la Magna Grecia
Proseguendo verso nord, Roseto accoglie lungo il Lungomare degli Achei, panoramico sul mare Bandiera Blu.

Sulla rupe domina il Castrum Petrae Roseti, maniero dell’XI sec. legato a Templari e voluto da Federico II, custode leggendario della Sacra Sindone e di segni incisi sulle sue mura.
Lo scoglio a Incudine che si erge nel mare a pochi passi dal castello, rende questo tratto di costa ancora più suggetisvo. Nel cuore del borgo, tra le antiche rose – le “civilissime” di Sibari – s’imbocca la Porta della Terra e ci si addentra nei vicoli medievali, tra strette calli come la famosa “Strettella” o il vico degli Innamorati.
Il Castrum Roseti, ora sede comunale, ospita un museo etnografico curato da Salomone. La Cappella del “Santo Totaro” conserva affreschi e misteri ancora da svelare.
Montegiordano: tradizioni rurali e manieri immersi negli ulivi
Il viaggio prosegue verso l’interno, lungo la costa, fino a Montegiordano. Dopo aver visitato la Marina e ammirato le belle spiagge di questa costa, si sale lungo la collina fino a raggiungere il borgo antico, dominato dal castello, la cui presenza è documentata a partire dal XV secolo, restaurato poi nel Seicento come punto di appoggio per i cacciatori.
Il borgo, arricchito dai murales di Franco Lateana, offre segni devozionali come la Croce del Secolo e il Calvario a cinque croci.
Fuori dal paese, i resti della grancia e della cappella di San Michele Arcangelo ricordano l’insediamento cistercense voluto da Federico II.
Oriolo: il museo diffuso dello Stupor Mundi
Proseguendo tra colline, tra boschi e aree più brulle, si raggiunge Oriolo.
Un antico borgo su uno scoglio arenario, il borgo è un museo diffuso (Mudam): dal Castello con sale espositive, alle antiche dimore nobiliari trasformate in spazi culturali e atelier.
Palazzo Giannettasio conserva il Museo della Civiltà Contadina con le sue sale espositive che raccontano la storia delle antiche popolazioni che hanno abitato questo territorio, mentre il Palazzo Tarsia‑Toscano custodisce la biblioteca.
L’ex convento di San Francesco ospita il teatro all’aperto “La Portella”, perfetto per concerti estivi immersi nel verde e nel silenzio antico.
Nocara e Canna: miti omerici e portali scolpiti
Proseguendo poi verso l’interno, si giunge a Nocara, borgo leggendario fondato da Epeo, creatore del Cavallo di Troia.
La Cappella della Madonna degli Antropici conserva un’immagine miracolosa, mentre la Chiesa di San Nicola custodisce tele d’età barocca e una scultura Ecce Homo.
Verso Serra Maiori emergono le rovine di Presinace, città ellenistica. Breve tappa a Canna, borgo medievale ricco di portali nobiliari scolpiti: un piccolo paese in cui andare alla scoperta delle molte tracce di arte e storia.
Il Palazzo delle Culture, ex casa Jelpo, ospita un mulino restaurato e testimonia l’economia agricola.
Rocca Imperiale: dimora federiciana tra mare, museo e poesia
Ultima tappa del percorso è Rocca Imperiale. Arroccata su una collina, la cittadella medievale è dominata dal maestoso Castello Svevo del XIII secolo, dimora prediletta di Federico II e sue battute di caccia.
Nel centro storico, la Chiesa Matrice e la Madonna della Nova raccontano la storia del borgo, caratterizzato da tracce di fede e una forte influenza religiosa.

L’ex convento francescano è oggi cornice del Museo delle Cere, del Mitologico, del Mare, Medievale, Mineralogico, del Sapone, presepi, araldico e altri.
Ogni agosto il festival “Il Federiciano” celebra l’impero dell’arte e della cultura. Nei dintorni, gli uliveti dell’“Oro di Federico” – l’olio IGP – testimoniano l’intreccio tra storia e paesaggio.
La Marina, con la Torre di Guardia, chiude il cerchio di un viaggio che unisce mare, mito, storia e natura.
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