Schiena dell’ Asino

18 marzo 2020 - 9:46

Proprio in corrispondenza dell’ incrocio con la sp 92, un cancello verde in ferro (a sinistra) indica l’inizio del sentiero, a quota 1850 metri s.l.m. Un passaggio pedonale consente di accedere al sentiero che inizialmente, si snoda in salita abbastanza ripida in mezzo ad un rimboschimento a Pino laricio.Dopo alcune centinaia di metri si perviene ad un pianoro ove il rimboschimento lascia il posto alla vegetazione naturale: Spino santo, Ginepro emisferico e varie graminacee che, assieme alle tante piante esclusive delle alte quote, formano qui le estese praterie d’altitudine.
Si prosegue in falso piano, mentre sulla destra si dispiega una stupenda prospettiva del versante sud dell’ Etna,con i numerosi conetti secondari che ne movimentano il paesaggio. Il sentiero sinora seguito termina poi improvvisamente contro una ripida scarpata che bisogna superare in “fuori pista”. Poiché il terreno è piuttosto incoerente, conviene salire usando come gradini le poche pietre sufficientemente stabili, ma soprattutto i saldissimi pulvini di Spino santo. Quindi giunti su di un pianoro,un “omino” (piccola colonna di pietre che serve ad indicare la via da seguire) mostra la piccola traccia che si snoda tra la bella vegetazione d’alta quota.
Quasi subito ci si trova a costeggiare due grandi cavità perfettamente circolari: si tratta delle bocche del 1792, dalle quali, poco più di due secoli fa, ebbe origine l’enorme e fluidissima colata che rischiò di raggiungere Zafferana. Svanito nuovamente il sentiero ci si ritrova nella prateria d’alta quota che si estende dinanzi come un tappeto uniforme, dolcemente inclinato verso sud-ovest. Si prosegue, quindi, in blanda salita,spostandosi progressivamente verso sinistra. Dopo alcune centinaia di metri, come un sipario che si apre, la Valle del Bove appare, improvvisa, sotto i piedi del visitatore. Ci si trova infatti all’ altezza del Canalone dei Faggi proprio sulla cresta, al di sotto della quale, verticali o variamente inclinati, dicchi millenari, incrociandosi in tutte le direzioni , raccontano la storia degli antichi vulcani che hanno preceduto l’Etna attuale.
Da qui lo sguardo spazia dalla Montagnola ai crateri sommitali, dalla valle del Leone alla Serra delle Concazze  e, in mezzo, l’ enorme spoglia distesa del fondo della Valle del Bove, con le mille tonalità di nero e grigio che contraddistinguono le infinite colate che vi si sono riversate.
Ancora uno sguardo in direzione di questo grandioso spettacolo , a est, verso la costa lontana, e si riprende la via del ritorno,ripercorrendo in senso inverso il cammino sin qui percorso

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