Meta ideale per tutti coloro che vogliono allontanarsi dal traffico della città e vivere la montagna nella tranquillità più totale, la Val d’Otro si presenta ai turisti che la raggiungono, come l’affresco di un pittore; gruppi di baite qua e la raccolte che, a ragione, sono considerate come uno degli scorci paesaggisticamente più pittoreschi delle Alpi.
La frazione di Follu, oltre che essere la prima che si scorge non appena termina il ripido sentiero nel bosco, è sicuramente anche la più caratteristica; dominata com’è dalla bianca chiesetta della Madonna della Neve, risalente al 1659, in antichità era popolata tutto l’anno da buona parte degli abitanti di Alagna, che facevano tappa in paese esclusivamente nei giorni di Natale. L’attaccamento di queste genti alla loro valle, unito alle perfette condizioni ambientali e naturali, ha fatto di Otro uno degli alpeggi più produttivi di tutta la Valsesia con la coltivazione di patate, segale, orzo e addirittura canapa. L’architettura delle abitazioni che si incontrano sia lungo il sentiero che si snoda da Alagna, sia una volta raggiunta l’alpe, permette di comprendere quale siano le origini del Vallone d’Otro. Baite dalla struttura quadrata, rigorosamente in legno e pietre certificano la presenza dei Walser nel passato. Al piano terra, contornata da mura in pietra, era collocata la stalla: in questo locale, essendo il più caldo della costruzione, si ricavava anche una sorta di piccolo soggiorno. Il primo piano veniva adibito alle camere da letto. Nell’ultimo piano, contornato da pareti in legno come quello sottostante, veniva collocato il fienile che poteva essere raggiunto solo con la scala esterna.
Come ogni vallata che si rispetti, anche la Valsesia presenta una tradizione gastronomica di alta qualità. Dal sapore unico, il formaggio prodotto negli alpeggi di questa zona dell’alto Piemonte può avere dei connotati diversi a seconda delle lavorazioni e dei trattamenti a cui è sottoposto. Forma cilindrica, crosta sottile dal colore giallognolo: la tuma valsesiana viene considerata come il fiore all’occhiello della cultura culinaria della vallata. Questo tipo di formaggio si può suddividere in tre categorie: la tuma grassa ha un gusto pieno e la consistenza abbastanza solida, la tuma magra è delicata dal sapore di latte, ed infine la tuma vecchia che deve tutto il suo carattere alle cure delle donne e dei pastori che la “coccolano” con olio e acqua salata fino a farle raggiungere un gusto inconfondibile. Sarebbe un errore però limitarsi a descrivere questa qualità di formaggio. La Valsesia infatti vanta anche il Tomin d’ crava, il Salagnun ed il Fracheut; il primo è fatto con il latte di capra, il secondo ed il terzo invece sono ottenuti dalla stagionatura dell’impasto fra toma fresca, mascarpone, sale e pepe. La caratteristica particolare del Frauchet è la presenza, a volte, nell’impasto di un sorso di grappa.