Attraverso i Piani di Castelluccio

Non solo leggenda: questo Parco Nazionale è ricco anche di storia, come dimostrano le tante città d'arte che lo circondano, ed il suo territorio è stato, nei secoli, percorso da greggi e uomini in transumanza, colonizzato, coltivato, conquistato e conteso tra feudi rivali.

20 maggio 2018 - 13:08

Per questo vi si percepisce, anche nelle zone più selvagge e deserte, una costante eco dell’influenza “umana”, nascosta nei toponimi che ricordano avvenimenti passati.

Così, Castelluccio ricorda la posizione in cima al colle da cui domina lo splendido altopiano che lo circonda, i “Piani”: fertili, assolati, comodi da coltivare ed ottimo pascolo, ma scenario di sanguinose guerre di conquista tra Norcia, Visso ed Ascoli.

Così, nell’altopiano, il Pian Perduto ricorda il terreno che i Norcini persero contro i Vissani nell’epica battaglia del 1522 ed il Guaidone, tra Pian Grande e Piano Piccolo, le imponenti fortificazioni che qui dovevano sorgere, mentre la Fonte del Vescovo starebbe ad indicare la pace qui firmata tra Ascolani e Norcini nel 1420, alla presenza del vescovo di Ancona.

Dal valico di Forca di Presta imboccare la sterrata per il vicino Rifugio A.N.A. (cartello) e proseguire, costeggiando un paio di costruzioni isolate, sulle pendici di due piccole alture (M. Pellicciara e M. Macchialta sulla carta).

Le imponenti sagome del Vettore e della Cima del Redentore saranno lo sfondo di questo primo tratto. Dove la strada termina, alla quota di 1.675 mt, si prosegue brevemente sul prato fino ad individuare un’altra sterrata poco più in basso, che conduce al Rifugio Città di Ascoli (1.561 m). A fianco di esso una ripida discesa tra il bosco conduce alla Fonte del Vescovo (1.370 m), all’estremità del Piano Piccolo.

La strada costeggia poi un laghetto (1327 m) e continua, tra i monti Guaidone e Pellicciara, verso il Casale Amati, unica costruzione in questo tratto. Poco prima di esso, imboccare, a sinistra, una stretta gola (Valle del Bonanno).

Usciti dalla valle ci si affaccia sul Piano Grande, dove la vista spazia sulle macchie di colore della fioritura primaverile. Si percorre un lungo tratto di Piano Grande, tra pascoli e recinti per cavalli, fino ad incontrare la strada asfaltata che proviene da Norcia.

Traversatala, si prosegue verso una sterrata che sale ripidamente verso Castelluccio (sentiero n. 60 sulla carta).

Qui sarà forse necessario, in alcuni tratti, spingere la bici. Da Castelluccio si ridiscende, lungo la strada asfaltata, in direzione Forca di Presta e si traversano di nuovo i Piani, questa volta sotto le “coste”, il lungo crestone che unisce i versanti est dell’Argentella, della Cima del Redentore e del Vettore.

La strada offrirà punti di vista diversi sulla fioritura, e in circa 8 km di leggera salita (solo un po’ più ripida nel tratto finale) ci riporterà al punto di partenza.

 

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