La Via del Gesso Romagnola: un cammino di 70 km tra i calanchi

Andiamo in Romagna alla scoperta della Vena del Gesso Romagnola, un ambiente geologico unico in Europa: 70 km per un cammino spettacolare tra calanchi e borghi medievali.

5 maggio 2022 - 10:19

La Via del Gesso Romagnola, un cammino nella natura e nella storia

Un itinerario nella storia e nella natura. Un cammino nel cuore della Romagna, dei suoi colori e dei suoi sapori.

La Via del Gesso Romagnola, da Imola a Faenza, attraversa un territorio unico in Europa.

La Vena del Gesso è un patrimonio che non ha eguali e che disegna il territorio regalando vedute spettacolari ai camminatori.

Il percorso si trova all’interno del Parco della Vena del Gesso Romagnola, un’area protetta che, punteggiata da borghi e montagne, consente di immergersi in un’atmosfera senza tempo.

 

Dove si trova la Via del Gesso

La Via del Gesso si trova in Emilia Romagna.

Unisce Imola a Faenza lungo un itinerario da percorrere in 3 tappe, in 3 o 4 giorni, attraverso il Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola, per una lunghezza totale di circa 70 km.

 

Perché la Via del Gesso si chiama così

La Via del Gesso si chiama così perché attraversa una delle più importanti dorsali gessose d’Europa, protetta dal Parco Regionale della Vena del Gesso Romagnola.

Si tratta di un ambiente unico, fatto di doline carsiche, grotte, rupi gessose, ma anche di tradizioni e sapori che sono fioriti in simbiosi con questo ecosistema.

Data la sua peculiarità, il Parco ha avviato il processo per vedere riconosciuti questi ambienti come “Patrimonio UNESCO”.

 

I territori attraversati dal cammino

 

Da Imola a Casa del Fiume

Il cammino parte da Imola, che merita una visita alla scoperta del suo centro storico.

Da non perdere il giardino del museo diocesano e i tre antichi cortili: quello di Santa Maria in Regola con una vite enorme, quello di Palazzo Tozzoni con un platano sull’antica ghiacciaia e quello dell’ex prefettura.

Il cortile dell’ex prefettura presenta due curiosità: il cosiddetto “pepe dei frati”, l’agnocasto considerato un antiafrodisiaco e, passando da un androne a sinistra di via Cavour, il più grande e vecchio leccio di Imola.

Usciti dalla città, il percorso s’immerge nella campagna romagnola, nell’ambiente rurale e idilliaco del Canale dei Molini, lungo la ciclopedonale di fondovalle Santerno.

Lungo il cammino s’incontrano gli antichi mulini di Paroli e Linaro, si è accompagnati dai filari di querce di Pila Cipolla e si ammira la chiusa di Codrignano, ricostruita nel 1955 dopo la distruzione, 4 anni prima, dell’originale del 1860.

Più avanti, dopo Borgo Tossignano, la vista si apre sugli spuntoni di gesso della Vena che culminanti sul Monte Penzola.

Interessante, alla fine del lungofiume, il ponte Bailey e la sua storia.

Venne costruito dalla divisione polacca Kresowa nel 1945 sulla statale, poi smontato e trasferito qui.

Tra boschi e terrazzi fluviali, si arriva alla Casa del Fiume, con centro-visite del parco e ostello.

 

Da Casa del Fiume a Borgo Rivola

La tappa entra nel cuore della Vena del Gesso, ma non è priva di motivi di interesse storici e artistici, come nel caso della Madonna con il Bambino benedicente, opera del diciottesimo secolo dipinta dall’artista della scuola bolognese Giacomo Zampa e oggi custodita nella chiesa di Tossignano Alta.

Da quassù si possono già ammirare i massicci strati della Vena del Gesso, interrotti solo da sottili strisce di vegetazione erbacea o arbustiva corrispondenti agli interstrati di argilla.

E’ in fase di allestimento il posto tappa presso il Centro Visita e Ostello ExCantoniera di Borgo Rivola (apertura luglio 2022) nel frattempo è possibile pernottare all’ Agriturismo Pietra di Luna presso la località Zattaglia o effettuare la lunga tappa fino al Rifugio Carnè”

Tra boschi di robinia, sambuco e ailanto si raggiunge la forra del rio Sgarba, che si supera su una spettacolare passerella.

Si prosegue tra rocce, boschi e creste con vista spettacolare sulla natura circostante. Da non perdere la Dolina dell’Abisso “Antonio Lusa” con il suo possente sotto roccia cupoliforme e l’edera.

Da qui è un susseguirsi di rocce ripide e stratificate, il marchio di fabbrica della Vena del Gesso, fino ad arrivare a Borgo Rivola, dove si consiglia di sostare per la notte.

Non prima però di aver visitato la grotta del Re Tiberio e il Museo delle Grotte Gessose che si trova dentro l’edificio dell’ostello.

Il giorno successivo si riparte e, raggiunto il Monte della Volpe, inizia il tratto più spettacolare dell’itinerario. In questa parte di percorso si cammina tra crinali, rocce, boschi e vista spettacolare si raggiunge l’ex Parco Carnè, oggi centro-visite del Parco regionale.

 

Da Rifugio Ca’ Carnè a Faenza

L’ultima tappa del cammino offre panorami spettacolari tra rupi e calanchi. Lungo il sentiero incontriamo Ca’ Marana, ex abitazione colonica, che poggia in parte su gesso vivo, immersa tra le querce.

Nei pressi del Santuario del Monticino si entra nel Parco Museo Geologico all’aperto.

Qui sono stati scoperti fossili, risalenti a 5 milioni e mezzo di anni fa, di coccodrilli, antilopi, rinoceronti, iene e scimmie, ritrovati all’interno di alcuni crepacci portati allo scoperto con degli scavi.

Il parco museo custodisce un patrimonio geologico unico al mondo. Tra creste e panorami unici si prosegue immersi tra cipressi,
rosmarini, melograni.

Colle di Montecchio evoca la storia del coraggioso parroco don Antonio Lanzoni, arrestato dai fascisti per aver dato ospitalità a partigiani e fucilato al poligono di Bologna nel dicembre 1944.

Il grande calanco dell’Olmatello annuncia l’ultimo tratto del cammino che ci conduce a Faenza con il suo centro storico medievale, il Duomo quattrocentesco, la torre dell’Orologio e gli antichi palazzi.

 

Quando andare

Il cammino può essere percorso in tutte le stagioni, anche se il periodo dalla primavera all’autunno è quello preferibile.

In inverno, causa presenza della neve, si sconsigliano i tratti esposti sulle rupi.

 

Come organizzarsi

Ottima idea procurarsi la Carta dei sentieri del Parco della Vena del Gesso Romagnola – n. 27, scala 1:25.000 (Monti Editore) reperibile a livello locale in edicole e centri visitatori, librerie e anche on-line.

Per essere accompagnati da una guida del Parco è possibile consultare l’apposito Albo.

Per quanto riguarda il pernottamento, sul sito web dell’Ente Parchi Romagna, alla voce “ospitalità” relativa al Parco della Vena del Gesso Romagnola, sono inserite le strutture ricettive in convenzione con l’Ente o facenti parte già di vie di cammini della Regione Emilia-Romagna.

Qui si può scaricare la guida dettagliata del cammino.

Altro pagina utile per scaricare materiale e avere informazioni è quella dedicata dell’Ente Parchi Emilia Romagna.

Tutte le tappe della Via del Gesso

_ Tappa 1: Imola – Casa del Fiume : 19,5 km

_ Tappa 2: Casa del Fiume – Ca’ Carnè: 25 km

_ Tappa 3: Ca’ Carnè – Faenza: 25,5 km

 

Leggi anche:

Parco Vena del Gesso Romagnola: grotte, specie rare e biodiversità 

Parco Vena del Gesso Romagnola: borghi medievali e sapori unici

 

Informazioni utili:

Parco della Vena del Gesso Romagnola

Il Passaporto dell’Ospitalità

Scarica la traccia KMZ

 

 

 

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