Dolomiti di Brenta a pezzi, Cruciani: ero proprio lì sotto, pazzesco

"Io c'ero": Giuseppe Cruciani testimone del crollo di Cima Falkner sulle Dolomiti di Brenta. Tanto spavento e sentieri chiusi, ma il noto conduttore radiofonico ha raggiunto il Rifugio Tuckett: le immagini

29 luglio 2025 - 16:06

Cruciani testimone del crollo sulle Dolomiti di Brenta: “Ero lì sotto”, poi raggiunge il Rifugio Tuckett

Un boato improvviso, la montagna che si sgretola, escursionisti in fuga.

Tra i testimoni, anche il giornalista e conduttore Giuseppe Cruciani.

È successo ieri sulle Dolomiti di Brenta, dove Cima Falkner ha ceduto sotto il peso del caldo estremo.

Il distacco di roccia ha portato alla chiusura immediata di sentieri escursionistici e vie alpinistiche in tutta la zona del massiccio del Grostè.

Una frana documentata in diretta da chi si trovava proprio lì, tra cui Cruciani, che ha pubblicato sui social un video diventato virale in poche ore e poi un altro in cui documenta il suo arrivo, con un po’ di fiatone, al Rifugio Tuckett.

Li potete vedere entrambi più sotto nell’articolo.

A confermare la gravità della situazione sono gli esperti del Servizio Geologico della Provincia autonoma di Trento, intervenuti sul posto insieme al Nucleo elicotteri e al Soccorso Alpino.

Fratture evidenti, pareti instabili e presenza di ghiaccio in quota confermano un quadro chiaro: la montagna è fragile, e il permafrost si sta sciogliendo, causando un fenomeno accelerato di cedimento strutturale.

La montagna che affascina, oggi preoccupa.

 

“Un boato pazzesco”: il video di Cruciani fa il giro del web

Tra i primi a documentare quanto stava accadendo c’era Giuseppe Cruciani, conduttore del programma radiofonico La Zanzara.

In escursione nella zona del Grostè, Cruciani ha immortalato proprio l’istante del crollo: una nuvola di polvere, roccia in caduta libera e un rumore assordante.

“Un boato pazzesco”, ha scritto sul post Instagram.

Il suo video, condiviso sui social, è diventato subito virale, rilanciato da testate e utenti.

Ma più che una semplice testimonianza, quella foto è diventata un simbolo del rischio reale che corre chi frequenta l’alta quota senza la giusta consapevolezza.

La zona di Cima Falkner, tra le più frequentate dell’estate dolomitica, è ora completamente interdetta: chiuse vie ferrate, sentieri attrezzati e itinerari escursionistici.

Le ordinanze firmate dai sindaci di Tre Ville e Ville d’Anaunia hanno imposto il blocco degli accessi a numerosi tracciati: sentieri n. 305, 315, 316 e 331 inclusi.

Un sopralluogo del Servizio Geologico, supportato dal Nucleo elicotteri, ha rivelato fratture recenti con evidenza di ghiaccio nelle nicchie di distacco, segno di un fenomeno morfogenetico legato al degrado del permafrost.

La situazione è considerata ancora in evoluzione con potenziale aggravamento.

 

 

Turisti evacuati, rifugi isolati: Cruciani raggiunge il Rifugio Tuckett

Subito dopo il crollo, le autorità hanno evacuato circa 100 escursionisti, molti dei quali si trovavano nei pressi del Rifugio Stoppani al Grostè e della seggiovia del Grostè.

La situazione è stata gestita con prontezza, evitando incidenti, ma ha mostrato quanto repentina e imprevedibile possa essere l’evoluzione di un evento geologico in alta quota.

Nonostante tutto, Cruciani ha raggiunto affaticato il rifugio Tuckett.

La chiusura dei sentieri ha stravolto la viabilità escursionistica della zona, bloccando itinerari classici e rendendo alcuni rifugi temporaneamente isolati o raggiungibili solo da percorsi alternativi.

La SAT (Società Alpinisti Tridentini), il Soccorso Alpino, il Corpo Forestale e la Protezione Civile sono al lavoro per aggiornare cartellonistica, monitorare gli accessi e informare i turisti.

Permafrost e cambiamento climatico: le Alpi diventano instabili

L’evento di Cima Falkner non è isolato.

Secondo i geologi trentini, il crollo è legato al ritiro del permafrost, lo strato di ghiaccio presente all’interno delle rocce in alta quota, che agisce da collante naturale.

Il riscaldamento globale sta facendo sciogliere questo legante, rendendo instabili intere pareti rocciose. E con le alte temperature di questi giorni, il processo accelera.

Nella zona di Cima Falkner sono state individuate nuove fratture e zone a rischio, ora sotto sorveglianza costante.

I tecnici hanno attivato rilievi con droni e pianificato monitoraggi periodici per controllare lo stato della montagna.

Nel frattempo, i tracciati escursionistici restano chiusi a titolo precauzionale.

È un fenomeno che si sta ripetendo in tutto l’arco alpino, ma la visibilità del caso Cruciani ha fatto esplodere l’attenzione mediatica.

La montagna che crolla sotto gli occhi di un volto noto diventa improvvisamente un allarme collettivo.

E pone interrogativi: siamo pronti ad affrontare il cambiamento del paesaggio alpino? Sappiamo ancora come viverlo in sicurezza?

La montagna cambia, serve attenzione nuova

Quello che è accaduto sulle Dolomiti di Brenta è solo un segnale tra tanti.

Ma l’eco generata dal conduttore de La Zanzara ha avuto un impatto che nessun bollettino tecnico avrebbe potuto generare. La montagna non è un fondale immobile, e l’estate 2025 ce lo sta ricordando con forza.

Per chi va in quota, oggi più che mai è essenziale informarsi prima di partire, rispettare le ordinanze, aggiornarsi su chiusure e rischi geologici.

Le Alpi restano uno degli ambienti naturali più affascinanti d’Europa, ma richiedono una nuova cultura della sicurezza, tanto quanto rispetto per la loro fragilità.

 

 

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