I frutti dimenticati si ritrovano a Casola Valsenio

18 marzo 2020 - 0:09

A Casola Valsenio, che si fregia del
titolo di “Paese delle Erbe e dei Frutti Dimenticati”, le
antiche tradizioni contadine locali di coltivazione delle piante si
esprimono anche nella salvaguardia di alberi da frutto di varietà
ormai abbandonate o uscite di produzione, vive solo nei ricordi
degli anziani. A questi frutti dimenticati la città dedica un
doppio originale appuntamento autunnale: la Festa del Marrone, 10 e
11 ottobre, farà da gustoso antipasto alla Festa dei Frutti
Dimenticati, giunta alla 18esima edizione, prevista per il 17 e 18
ottobre.

Piante spontanee o coltivate negli orti
e nei frutteti di casa per il consumo domestico fin dal tardo
Medioevo, i frutti dimenticati sono perlopiù caratteristici della
stagione autunnale e rappresentavano una preziosa scorta di cibo da
conservare con cura per l’inverno. Salvati dall’estinzione e
recuperati per la gioia di chi li ha conosciuti nel passato e di chi
li vede per la prima volta, sono frutti profumati, dai colori caldi
e dai nomi spesso originali: giuggiole, pere spadone, corniole,
nespole, mele cotogne, corbezzoli, azzeruole, sorbe, pere volpine,
uva spina, senza dimenticare noci, nocciole, melagrane e i marroni.
La ripresa d’interesse verso i frutti di un tempo è rivolta anche
al recupero di antichi metodi di conservazione, lavorazione e
consumo alimentare.

Per questo nel corso della Festa dei
frutti dimenticati si svolge un concorso di marmellate e uno di
liquori mentre i ristoranti della zona propongono per tutto
l’autunno la “Cucina ai frutti dimenticati”. Si tratta di
piatti che utilizzano i prodotti tradizionali del territorio sia
secondo la consuetudine sia in modo moderno, proponendo una cucina
gradevole, naturale e dal forte potere evocativo. Fra le ricette a
base di questi frutti ricordiamo: la salsa di rovo e di gelso, le
composte di corniole e di cotogne, la torta di mele selvatiche e i
dessert con pere volpine, castagne, l’alkermes, il vino e il
formaggio. Un gruppo di frutti dimenticati serve per preparare un
antico piatto tipico, il “migliaccio”, che richiede mele
cotogne, pere volpine, mele gialle, cioccolato, pane, raffermo
grattugiato, canditi, riso e sangue di maiale in aggiunta. A Casola
Valsenio, infine, i frutti dimenticati trovano un grande aiuto
gastronomico nel locale Giardino Officinale, e danno vita a piatti
straordinari come le insalate di sedano, ribes bianco e rosso in
agrodolce, o di finocchio selvatico con tarassaco, cerfoglio e salsa
di melograno, completate dall’olio extravergine Brisighello.

Nei menù compaiono i risotti di pere
volpine, l’arrosto di arista con castagne e lamponi o il rotolo di
vitello al melograno, la crostata di marmellata di sorbe, le
prugnole ripiene di noci e zabaione, il sorbetto alle corniole.
Fra questi frutti dimenticati, merita un accenno particolare il
marrone al quale Casola Valsenio dedica un appuntamento specifico il
fine settimana precedente la “Festa dei Frutti dimenticati”.

Giunta alla quinta edizione, la “Festa
del Marrone” (10 e 11 ottobre) propone bancarelle allestite dai
produttori, conferenze tematiche sulla certificazione I.G.P.,
animazioni a tema agreste e assaggi delle eccellenze gastronomiche
casolane preparate utilizzando questo prodotto: cotto nell’acqua
con l’alloro (balòc), oppure arrostito sulla fiamma (brusé) o
cotto nel forno della stufa a legna (spasmé) dopo averli
“castrati”, cioè praticato un piccolo taglio. Con le castagne
secche si prepara una minestra, mentre la farina di castagne è la
base per la polenta da mangiare con formaggio fresco e per il dolce
castagnaccio.

Tra i dolci si ricordano anche i
ravioli, detti topini, preparati con la polpa di marrone arrostiti.
Il marrone di Casola Valsenio è particolarmente apprezzato per il
consumo fresco e per la preparazione dei marron-glace. Per
promuovere e conoscere al meglio il marrone casolano esiste la
“Strada dei Castagneti”: un itinerario che vuole proporsi come
occasione per entrare in contatto – in ottobre come negli altri
periodi dell’anno – con il mondo dei castagneti e con le aziende
agricole (in totale sono circa 80 con oltre 450 ettari coltivati a
castagneto da frutto tra le valli dei fiumi Senio, Lamone e Sintria)
che dedicano impegno, passione e fatica per mantenere vivo
l’interesse per questo tipico prodotto dell’Appennino.

Info. per il pubblico: Pro Loco Casola
Valsenio tel. 0546 73033 www.terredifaenza.it

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