Alberi da record: l’eleganza del FAGGIO

18 marzo 2020 - 4:09

Alberi straordinari protagonisti della vita sul nostro pianeta: il FAGGIO

Dopo il larice e l’abete è giunto il momento di fare la conoscenza con uno degli alberi più eleganti e slanciati, dominatore dell’orizzonte inferiore del piano montano, vale a dire di quella fascia altitudinale che vede ancora il naturale dominio delle caducifoglie sulle conifere… Attualmente l’aumento delle temperature globali sta spingendo sempre più in alto la quota del faggio come del resto quella di tutte le altre specie di caducifoglie e conifere.

Per questo la faggeta depressa del Monte Venere (dai 500 agli 800 metri circa), in provincia di Viterbo, risulta essere una peculiarità tipica del comprensorio della Riserva naturale del Lago di Vico. I faggi centenari di quest’area laziale hanno trovato un terreno fertile per la loro crescita e alcuni esemplari sono tanto imponenti da sembrare guardiani di un altro tempo, custodi dello spirito di un luogo vecchio milioni di anni.

Anche la Foresta del Cansiglio, e ci spostiamo così in Friuli, è ospitata da un altipiano carsico dalla caratteristica forma a catino, posto a cavallo tra le province di Treviso, Belluno e Pordenone. Il Cansiglio è il regno del faggio dal fusto alto e ordinato che, a quote più basse, si associa all’abete.

Spostiamoci nuovamente più a sud, esattamente nel Parco Nazionale d’Abruzzo, dove viene spontaneo pensare all’orso bruno marsicano. A ben vedere un altro è il vero protagonista che si incontra ad ogni passo: il faggio. Sono le estesissime faggete del Parco a dar vita all’habitat dell’orso, del mitico lupo appenninico, del cervo e del camoscio d’Abruzzo. Meritano sicuramente di essere visti i Boschi della Difesa, un tempo zone di pascolo per cavalli o mucche, ora scenario scelto anche da registi (qui è stato girato il film “La volpa e la bambina” di Luc Jacquet).

 

Alberi da record: i Tre Frati

In Molise, seguendo il torrente Titerno, fino ad arrivare a Pesco Rosito, ci s’incammina in una fitta faggeta fino a giungere nell’area dei Tre Frati (m 1130), una conca caratterizzata dalla presenza di tre faggi secolari di cui il più vecchio è un vero e proprio patriarca della natura. Il cammino prosegue all’interno della faggeta, fino a giungere in località San Nicola nei pressi di una chiesa rurale e di una fonte, nel comune di Guardiaregia nell’area dell’Oasi WWF di Guardiaregia e Campochiaro.

Tre fratelli furono impiccati presso questi patriarchi della natura: da allora non furono più toccati, lasciati lì a futura memoria dell’episodio ed ancor oggi nelle sere di tempesta, il turbinio del vento sembra ricordare le voci urlanti dei tre fratelli appena catturati. Quel che è certo è l’anzianità di questi tre faggi, uno annovera 5 secoli di vita.

Alberi da record: i faggi di Piancone e di Pontone

Da Casargo (Lecco) un sentiero accompagna l’escursionista ad ammirare il faggio di Piancone. 8,70 metri di circonferenza, 24 metri d’altezza e oltre 300 anni di vita ne fanno uno dei faggi più straordinari della penisola. Altrettanto spettacolare è il faggio di Pontone, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, che attira numerosi escursionisti incuriositi dal suo tronco, formato dalla fusione di più alberi. Proprio questo particolare dona al faggio dimensioni importanti. Basti pensare che la circonferenza è di 8,1 metri, mentre l’altezza supera i 25 metri.

 

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