Cosa vuol dire trekking? L’origine della parola e la differenza dall’escursionismo

Cosa significa davvero trekking? Scopriamo l'origine antica di questa parola, il suo significato e vediamo perché non è sinonimo di escursionismo o hiking

16 marzo 2022 - 6:47

Il significato della parola trekking

Ogni appassionato si sarà chiesto il significato della parola trekking, per molti significa semplicemente camminare o viaggiare a piedi e spesso è come sinonimo di hiking ed escursionismo.

In Italia questi termini sono utilizzati come sinonimi, ma in realtà hanno origine e significati molto diversi.

In questo articolo ricostruiamo la vera origine della parola trekking e capiamo perché in realtà abbia un significato piuttosto unico e specifico.

 

Da dove nasce la parola trekking

Il primo dubbio da chiarire è che il termine trekking non deriva, come molti pensano, dall’inglese ma dall’Afrikaan una lingua parlata nell’africa del sud, l’attuale Sud Africa, ai tempi della colonizzazione olandese.

È una lingua germanica, che deriva appunto dall’olandese contaminato dalle lingue locali. L’origine del trekking è in un evento storico avvenuto nella colonia olandese sudafricana che fu chiamato appunto il grande Trek.

Siamo intorno al 1830, la dominazione olandese è sempre più opprimente, soprattutto verso i contadini e gli allevatori originari del posto.

Stremati dai continui soprusi dei dominatori i Boeri, termine che in lingua Afrikaan significa contadino, decidono di lasciare le loro  cittadine alla ricerca di nuovi territori inesplorati in cui insediarsi per sfuggire agli olandesi.

Solo alcuni contadini decidono di intraprendere questo viaggio nell’entroterra africano, dei veri e propri pionieri, che si muovono con carrozze trainate dai buoi avventurandosi in terre fino ad allora inesplorate dove poter stabilire la propria comunità. Questo grande viaggio venne da loro chiamato il Grande Trek.

Il loro viaggio fu di esempio per molti altri contadini e pastori che decisero di sottrarsi allo stringente potere coloniale, intraprendendo lo stesso viaggio, seguendo le orme lasciate dai carri e dai buoi dei loro predecessori.

Questi viaggiatori in lingua Afrikaan si chiamavano trekker.

Un viaggio fatto a piedi e in carrozze trainate da buoi, in territori inesplorati e selvaggi, alla ricerca di una nuova terra in cui insediarsi.

Questo movimento aveva profondamente cambiato gli equilibri del Sud Africa, il grande Trek fu solo il primo di molti viaggi intrapresi da un gran numero di trekker.

Questi viaggi di esplorazione, alla scoperta di nuove terre, presero il nome di trekking, che significava letteralmente “viaggiare seguendo le orme dei buoi”, un termine che entrò nel gergo comune anche dei dominatori olandesi che lo portarono poi anche in madrepatria, ovvero in Europa, entrando nel vocabolario anche di altre lingue germaniche

 

Trekking: il significato della parola 

La lingua e significati dei termini mutano e si evolvono insieme alle società, ecco perché trekking ha gradualmente perso il suo significato originario di viaggio di esplorazione seguendo le tracce dei buoi, per assumere connotazioni diverse e più in linea con i tempi attuali.

Il termine trekking si è diffuso in molte altre lingue e culture e, a seconda del contesto socio-culturale nel quale è stata adottata, ha assunto diversi significati. La differenza principale è quella che si può trovare tra il mondo anglosassone e quelle europeo.

Nei paesi mediterranei come Italia, Spagna e Franca la parola trekking è usata come sinonimo di escursione, intesa come camminata nella natura, magari in montagna, fatta nell’arco della giornata.

Gli americani e gli inglesi chiamano invece questa attività hiking, che significa proprio camminata giornaliera fatta in ambienti naturali di grande impatto paesaggistico.

Il termine trekking negli Stati Uniti e nel Nord Europa invece è rimasto legato al concetto di viaggio ed esplorazione, alla scoperta di nuovi territori attraverso un modo di muoversi immersivo, solitamente a piedi o in bicicletta.

I trekker percorrono lunghe distanze con il principale obiettivo di entrare in contatto con nuovi luoghi e culture. Inoltre non è legato necessariamente alla montagna, si possono fare grandi trekking in ogni ambiente e parte del mondo.

Sono molto ambiti i trekking nelle foreste asiatiche o nel deserto, sempre circondati da un alone di fascino senza tempo rimangono i celebri trekking Himalayani o sui massicci del sud America.

Insomma, non conta tanto la destinazione o il modo di spostarsi, è fondamentale lo spirito con cui si affronta un trekking, che è un viaggio lento per esplorare e conoscere a fondo un ambiente.

In questi ultimi anni ha poi assunto una nuova sfumatura, nata in contrapposizione al turismo di massa, mordi e fuggi delle grandi mete, quello che quando investe una destinazione la muta per adattarla ai gusti e alle preferenze.

Il trekking è un viaggio lento ed esperienziale in destinazioni meno conosciute muovendosi principalmente con le proprie gambe o in bicicletta, che rispetta i luoghi visitati e punta a conoscere le tradizioni e culture.

Il trekking è una forma di viaggio sostenibile e responsabile, perché non stravolge i luoghi, ma è alla continua ricerca di aree meno conosciute.

 

Come attrezzarsi per il trekking?

Il discorso qua si fa più complesso, se diamo per buona la definizione di trekking come viaggio, solitamente di più giorni, con l’obiettivo di esplorare e conoscere nuovi territori, le variabili da tenere in considerazione sono molte.

Prima di tutto sarà necessaria un’ottima preparazione fisica, dovremo essere in grado di camminare, o pedalare, ogni giorno per più ore, portando sulle spalle zaini abbastanza pesanti e spesso muovendoci su sentieri impegnati magari in condizioni climatiche impegnative

Il trekking è un viaggio impegnativo, che si svolge per gran parte del tempo a piedi o in bicicletta, che non va mai improvvisato.

La preparazione fisica non è sufficiente, per pianificare un trekking servono conoscenze tecniche e anche informazioni piuttosto dettagliate sui luoghi che si attraverseranno.

Ragione per cui pochi affrontano trekking di più giorni in solitaria, la maggior parte delle persone preferisce muoversi in gruppi organizzati o affidarsi a vere e proprie agenzie specializzate in questo tipo di viaggi.

L’attrezzatura e l’abbigliamento cambieranno molto a seconda della durata del viaggio, del tipo di ambiente in cui ci si muoverà e dei mezzi di trasporto utilizzati.

Una variabile importante sono anche i pernottamenti, se abbiamo in programma di dormire all’aria aperto avremo bisogno di specifiche attrezzature che non occorrerebbero per pernottamenti in strutture.

Prima cosa da avere è un ottimo paio di scarpe da trekking, un modello appositamente progettato per i trekking di più giorni e abbastanza versatile da adattarsi alle diverse condizioni che si possono incontrare camminando per più giorni.

Il  guscio tecnico impermeabile è fondamentale, ci terrà all’asciutto in caso di maltempo, ma anche il resto dell’abbigliamento deve essere tecnico.

In questi viaggi i nemici principali sono il maltempo e il sudore, tutto l’abbigliamento deve essere fatto di membrane tecniche, come il Gore-Tex, che garantiscano al tempo stesso impermeabilità e ottima traspirazione.

Essenziale anche il ruolo dell’abbigliamento base layer, volgarmente detto l’intimo, che dovrà essere adatto ai climi più o meno freddi che incontreremo durante il trekking, è lo strato a contatto con la pelle che deve garantire il nostro comfort durante le ore di cammino.

Il nostro principale alleato durante il trekking è lo zaino, la nostra casa mobile in questi viaggi.

Gli zaini per il trekking sono piuttosto voluminosi, devono infatti contenere l’abbigliamento di ricambio per più giorni di viaggio. Se poi intendiamo anche dormire nella natura, dovremo avere anche una tenda e un sacco letto.

In sintesi possiamo dire che il trekking è un viaggio, spesso molto lontano da casa, fuori da confini nazionali e quindi va programmato con largo anticipo, è necessario informarsi sulle destinazioni, sui territori attraversati, spesso è opportuno prenotare viaggi aerei e altri trasferimenti oltre ad eventuali accompagnamenti guidati in aree più pericolose.

Sono poi necessari precauzioni di ordine medico, le vaccinazioni consigliate per alcune zone del mondo, un’assicurazione medica se i paesi in cui intendiamo recarci non hanno un sistema sanitario pubblico.

Insomma il trekking nel mondo anglosassone è un viaggio, fatto per scoprire ed esplorare il mondo, spesso a piedi o in bicicletta, o comunque con mezzi sostenibili di spostamento come il treno, che costa uno sforzo fisico non trascurabile.

 

Escursionismo e trekking stanno prendendo significati diversi anche da noi

Quanto abbiamo detto fino vale per gli ultimi decenni, negli ultimi anni le cose però stanno in parte cambiando, infatti anche in Italia gli amanti dell’outdoor iniziano ad usare trekking ed escursionismo con significati diversi.

Il merito principale è della grande crescita e sviluppo del mondo dei cammini, nel nostro paese si stanno riscoprendo e valorizzando decine di cammini storici, vie della fede o anche itinerari di lunga percorrenza come le alte vie.

Il più famoso di tutti è certamente la Via Francigena, ma ogni anno sempre più persone camminano anche sulla Via degli Dei, il Cammino dei Briganti, la Via degli Abati, il Cammino di San Francesco.

Insomma una fitta rete di percorsi che attraversano alcune delle aree più suggestive dell’Italia e che hanno permesso a molte persone di riscoprire aree nascoste e quasi dimenticate del paese.

I cammini sono trekking di più giorni, che attraversano spesso aree poco conosciute, che si possono percorrere a piedi o in bicicletta, per i quali è necessaria una buona preparazione fisica e tecnica.

Vi ricorda qualcosa queste definizione? Il trekking! Esatto, infatti questi percorsi hanno reso chiaro anche nel nostro paese la differenza tra un trekking e un escursione.

Percorrere la Via Francigena in Toscana è un vero e proprio trekking, mentre percorrere il Sentiero degli Dei per ammirare il panorama della costiera amalfitana è senza dubbio un’escursione, quella che gli americani chiamerebbero hike.

Insomma speriamo di aver chiarito bene la differenza tra questi termini, per alcuni potrebbe essere una distinzione irrilevante, ma noi crediamo che invece sia importante dare alle parole il giusto significato.

Perché sono le parole a farci pensare nel mondo giusto e, alla fine, se pensiamo bene viviamo anche meglio.

 

 

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