A woman hiking to a beautiful overlook above a lake.
Preparare lo zaino comodamente seduti sul letto di casa ci porta spesso a commettere errori di stima.
Un po’ come andare a fare la spesa al supermercato affamati, sicuramente si tornerà a casa con borse cariche di scorte alimentari esagerate.
La prima volta che si va a fare un’escursione e, quindi, si è a corto di esperienza, l’unico limite percepito per il carico dello zaino è la sua capienza.
Tutto quello che abbiamo in casa pensiamo sia utile: maglioni di ricambio, pile di scorta, un paio di borracce e, magari, anche un piccolo fornelletto per scaldare la razione quotidiana di cibo.
Dopo aver chiuso lo zaino, quasi sicuramente, ci verrà in mente ancora qualcosa di assolutamente utile come un asciugamano sui cui sedersi per riposare un po’ e, perché no, un cavatappi in più.
Una volta che il nostro fedele compagno di viaggio è bello pieno e carico, si esce di casa tranquilli, certi di non aver dimenticato nulla di importante.
Le certezze inizieranno però a dissolversi esattamente dopo quel primo passo in salita che si fatica a fare quando la forza di gravità sembra diventare più forte.
Oppure quando ci troviamo a dover superare un piccolo ruscello, correndo il serio rischio di finire nell’acqua, perché la nostra capacità di salto è più limitata del solito.
In questi precisi istanti ci ricorderemo di avere in spalla un peso massimo, uno zaino colmo di oggetti per ogni evenienza che, però, inizia a far sentire con insistenza la sua ingombrante presenza.
Da quel momento in poi tutto è in salita, ogni passo fatto è li per ricordarci di aver sbagliato qualcosa nella panificazione del nostro trekking.
“Vado matto per i piani ben riusciti…” Amava ripetere col sigaro in bocca il Colonnello John “Hannibal” Smith, protagonista di A-Team celebre serie TV degli anni ’90.
E aveva ragione perché, come in ogni attività, la preparazione e la strategia sono ingredienti fondamentali per evitare di trovarsi poi in serie difficoltà nella fase “operativa”.
Il momento peggiore della vostra giornata outdoor non sarà però il tempo passato sul sentiero perché la soddisfazione di raggiungere la vetta e godersi il meritato riposo ci da sempre quell’energia per sopportare uno zaino troppo pesante.
Il culmine della nostra disfatta emotiva arriverà la sera quando, seduti sul letto, inizieremo a svuotare lo zaino un pezzo dopo l’altro. Ecco, in questo istante, ci renderemo conto che buona parte del carico giace intonso ed inutilizzato.
Riprendendo la metafora della spesa, ci rendiamo conto di aver esagerato a fare acquisti solo a fine cena, ormai sazi, ma con un frigo pieno di pacchetti del supermercato.
La sensazione sarà proprio quella, guardando il bel fornelletto posato sul letto, circondato da una schiera di maglie e maglioni ancora perfettamente piegati.
L’esperienza insegna a ragionare con attenzione su ogni singola cosa inserita nello , la prossima volta che prepareremo lo zaino, ogni singola cosa che inseriremo al suo interno dovrà passare delle dure selezioni.
Ecco un piccolo decalogo (+ 1) con i consigli essenziali per preparare lo zaino in modo corretto, eliminando il superfluo e tenendo solo l’essenziale.
Non si sa mai, imparando a fare lo zaino, si potrebbe arrivare perfino a riordinare la propria vita:
Nota per i fotografi e videomaker, leggete questo articolo perché avere l’obbiettivo giusto per uno scatto è importante, ma mantenere la schiena in salute forse lo è anche di più.