Foto: GettyImages
Immergersi nella foresta per ritrovare sé stessi. Camminare lentamente tra gli alberi, in silenzio, respirare profondamente, ascoltare il fruscio delle foglie e il canto degli uccelli.
La Terapia Forestale non è escursionismo, non è sport. È una pratica di ascolto e rigenerazione, un modo per rallentare e ristabilire un contatto profondo con la natura – e con noi stessi.
Negli ultimi anni, sempre più studi confermano ciò che in molti avevano già intuito: la natura ha effetti benefici sulla salute umana.
In particolare, gli ambienti forestali si sono rivelati efficaci nel ridurre ansia, stress, disturbi dell’umore e insonnia, migliorando anche parametri fisiologici come pressione sanguigna, sistema immunitario e livelli di cortisolo (l’ormone dello stress).
Tra i meccanismi più studiati c’è l’esposizione ai Composti Organici Volatili (COV), sostanze prodotte dalle piante – come i monoterpeni – che, inalate durante una camminata nel bosco, sembrano avere effetti antinfiammatori, rilassanti e protettivi per l’organismo.
Ma c’è anche qualcosa di meno misurabile eppure fondamentale: la sensazione di connessione.
Quando entriamo in un bosco e ci lasciamo guidare dai sensi – la vista della luce tra i rami, il profumo della resina, il contatto con la corteccia – il corpo si calma, i pensieri rallentano, l’attenzione si fa più presente. È come se la foresta ci ricordasse chi siamo.
La terapia forestale può essere praticata da chiunque, a qualsiasi età. Non serve essere esperti escursionisti né particolarmente in forma fisica.
Anzi, i percorsi sono solitamente brevi, con pendenze dolci, pensati proprio per facilitare l’ascolto interiore e la stimolazione dei sensi.
Guidati da professionisti o anche in autonomia, ci si muove con lentezza, si alternano camminate a momenti di silenzio, ci si focalizza su vista, udito, tatto e olfatto.
Si tratta di una pratica individuale, non di gruppo, e ogni esperienza è unica, modellata dal luogo, dal momento, dal proprio stato d’animo.
Anche in Italia la Terapia Forestale sta facendo passi concreti. Un esempio importante arriva dalle Montagne Fiorentine, dove si è da poco concluso FOR.SA – Foreste e Salute, il primo progetto nazionale che unisce ricerca scientifica, valorizzazione territoriale e salute.
Promosso dall’Associazione foresta modello delle montagne fiorentine Ets, insieme al Cnr – Istituto per la Bioeconomia, al Cerfito e al Cai, For.sa ha portato alla creazione dei primi quattro percorsi italiani ufficiali di Terapia Forestale, nei comuni di Rufina, Londa, Reggello e San Godenzo, in provincia di Firenze.
I sentieri – accessibili e ben segnalati – permettono a chiunque di vivere l’esperienza del bagno di foresta anche in autonomia. Durante il progetto, i ricercatori hanno analizzato l’efficacia delle sessioni sulla salute mentale e fisica, con risultati incoraggianti, soprattutto nelle pratiche guidate.
La bellezza di questo approccio è che cura le persone e insieme i territori. La Terapia Forestale rappresenta infatti un’opportunità concreta per rilanciare le aree montane e rurali in chiave sostenibile, creando economia attorno a un turismo lento, consapevole, rigenerante.
E se il Sistema Sanitario Nazionale riconoscesse questa pratica come forma di prevenzione e cura complementare?
I presupposti scientifici ci sono. Ora serve volontà e visione, per trasformare i boschi italiani in stazioni del benessere accessibili a tutti.
Scopri i percorsi del progetto FOR.SA nelle Montagne Fiorentine:
1) Moscia (Rufina)
2) Ratoio (Londa)
3) Giganti (Reggello)
4) Borbotto (San Godenzo)
Sentieri brevi, poco pendenti, immersi in foreste ricche di biodiversità e silenzio. Perché a volte, per stare bene, basta tornare a camminare tra gli alberi.
_ Leggi altri articoli salute e benessere
_ Seguici sui nostri canali social!Instagram – Facebook – Telegram