Beautiful landscape with mountain with snowy peaks and golden trees reflected on lake. Sangiatto lake, Alpe Devero, Piedmont region, Italy.
La Via dell’Arbola, nota anche come Via Albrun, è uno degli itinerari storici più affascinanti delle Alpi Lepontine.
Deve il nome al Passo dell’Arbola (Albrunpass), situato a circa 2400 metri di quota, che collega la Valle Antigorio-Devero, in Piemonte, con la Valle di Binn e l’Alta Valle di Goms, in Svizzera.
Per secoli rappresentò il principale collegamento commerciale tra il Ducato di Milano e il Vallese, un passaggio frequentato da mercanti, pastori e viandanti che attraversavano le montagne per scambiare prodotti agricoli e minerari.
L’autunno è la stagione ideale per percorrerla: i boschi di larici si accendono d’oro, l’aria si fa limpida e silenziosa, e la montagna restituisce un ritmo lento e profondo.
Il tracciato alterna mulattiere lastricate, alpeggi e sentieri d’alta quota, attraversando paesaggi che raccontano una lunga storia di transiti umani e di convivenza con l’ambiente.
Il cammino prende avvio da Domodossola, cuore storico dell’Ossola, dove la Riserva Naturale Speciale del Sacro Monte Calvario introduce al legame tra spiritualità e montagna.
Da qui si risale la Valle Antigorio lungo la sponda orientale del fiume Toce, seguendo un tracciato che alterna strada sterrata e sentiero.
Si attraversano i borghi di Masera e Cresta, e si raggiunge Roldo, frazione di Montecrestese, dove si trova un raro tempietto gallo-romano in posizione panoramica.
Ph.: Gettyimages/Nicola Colombo
Il percorso prosegue verso Pontemaglio e poi si apre alla valle, seguendo l’antica via dei transiti verso Crodo, punto di arrivo della prima tappa.
Qui la montagna comincia a farsi più presente: i boschi di faggio e castagno cedono il passo alle conifere, e l’aria si impregna dell’odore dell’acqua e della resina.
Crodo, nota per le sue sorgenti e per le terme storiche, è un luogo di sosta perfetto per chi vuole avvicinarsi gradualmente alla dimensione alpina del viaggio.
Da Crodo si imbocca il sentiero che sale verso le frazioni di Smeglio e Mozzio, attraversando prati e piccoli nuclei rurali che conservano intatte le architetture in pietra e legno.
Da Viceno si prosegue in leggera discesa verso Cravegna e poi Crino, fino a raggiungere Baceno, centro che segna il passaggio simbolico verso l’alta valle.
Il cammino è dolce ma continuo, e alterna panorami aperti a tratti immersi nel bosco.
In autunno il colore del paesaggio cambia a ogni tornante: il verde dei pascoli si mescola al giallo dei larici e al rosso dei sorbi.
A Baceno vale la pena visitare la Chiesa di San Gaudenzio, monumento nazionale con affreschi del Quattrocento, e sostare nei piccoli rifugi che costellano i dintorni.
Da qui lo scenario si apre verso le montagne del Devero, preludio alla parte più selvaggia e suggestiva del percorso.
Da Baceno inizia il tratto più emozionante della Via dell’Arbola, lungo l’antica mulattiera che sale tra Graglia, Uresso e Croveo, seguendo il corso del Torrente Devero.
Poco oltre si incontrano le spettacolari Marmitte dei Giganti di Uriezzo, profonde cavità scavate dal ghiaccio e dall’acqua, oggi visitabili attraverso un breve sentiero laterale.
Ph.: Gettyimages/FedevPhoto
Riprendendo la via principale, si sale progressivamente verso Osso e Goglio, dove un piccolo museo ricorda gli episodi della Resistenza partigiana.
Da qui si entra nel cuore del Parco Naturale dell’Alpe Veglia e Devero, un ambiente d’alta quota fra i più integri delle Alpi.
Il paesaggio si apre in ampie praterie e torbiere, tra boschi di larici e antichi alpeggi ancora in uso.
L’arrivo all’Alpe Devero e alla frazione di Crampiolo, accanto al Lago delle Streghe, regala uno degli scorci più suggestivi dell’intero itinerario: l’acqua trasparente, i riflessi dei monti e il silenzio totale che avvolge la conca alpina.
È un luogo sospeso nel tempo, dove il trekking diventa anche esperienza di contemplazione.
Dall’Alpe Devero si prosegue lungo la sponda orientale del lago e si raggiunge l’Alpe Forno Superiore, dove inizia la salita alla Bocchetta d’Arbola (Albrunpass), a quota 2409 metri. Questo è il punto più alto dell’itinerario e il confine fra Italia e Svizzera.
La vista spazia sulle Alpi Lepontine, con le cime innevate che si stagliano contro il cielo autunnale.
Dal valico si scende in territorio elvetico lungo un sentiero che attraversa l’area delle torbiere di Oxefeld e Blatt, habitat d’interesse naturalistico tutelato per la presenza di specie rare di flora alpina.
Ph.: Gettyimages/Ruppim
Dopo la Binntalhütte, rifugio in pietra ai piedi della Punta d’Arbola, il cammino prosegue fra gli alpeggi di Freichi e i villaggi walser di Fäld e Binn, fino a raggiungere Ernen, nell’Alta Valle di Goms.
Il paesaggio svizzero accoglie con tonalità più dolci, prati ordinati e case in legno scurito dal tempo.
La fatica lascia spazio alla soddisfazione: il cammino si chiude in un piccolo borgo che sembra un museo a cielo aperto, custode di una cultura alpina antica e viva.
La Via dell’Arbola, percorsa in autunno, diventa così un viaggio attraverso due mondi uniti dalle stesse montagne, dove la storia, la natura e il silenzio parlano con voce unica.
La pagina di Aree Protette Ossola è ricca di informazioni dettagliate e mappe sulla Via dell’Arbola.
Col progredire dell’autunno è altamente raccomandato verificare le condizioni meteo nel caso si voglia fare l’intero percorso. Si può naturalmente anche optare per una sola delle tappe.
Il sito ufficiale della Riserva di Monte Calvario
Il sito ufficiale del Parco naturale della Valle di Binn
Scarica il GPX della Via dell’Arbola
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