Villanova di Bagnacavallo – Un omaggio alla “civiltà palustre”

17 marzo 2020 - 23:07

Se qualcuno chiedesse agli abitanti di Villanova a che epoca risale la tipica lavorazione delle erbe palustri, i più risponderebbero “da secoli”. Una storia con il sapore della leggenda, in effetti, quella che racconta dei primi abitanti di queste terre – situate, storicamente, al confine tra il Ducato Estense e lo Stato Pontificio – capaci di fare dell’ambiente vallivo la propria principale fonte di sostentamento.

Sedie, graticci, ceste, capanni, ma anche borsette all’ultima moda. Questo hanno prodotto – e producono – gli artigiani villanovesi. E proprio a questo mondo è dedicato il nuovo Ecomuseo delle Erbe Palustri, realizzato grazie a un cofinanziamento europeo e che sarà inaugurato il prossimo 12 maggio (info: www.ecomuseoerbepalustri.it).

Il museo – che si inserisce in un più ampio progetto, sempre finanziato dall’Europa, per la valorizzazione di siti e percorsi del Parco del Delta del Po – offre al visitatore l’occasione non solo di ammirare oltre 2.500 preziosi manufatti, gelosamente custoditi nei decenni prima dagli artigiani del posto, poi in una precedente raccolta museale.

Quello che la struttura propone è infatti un vero e proprio viaggio nell’ambiente vallivo, oramai scomparso, e nel patrimonio di conoscenze ed esperienze di una piccola-grande civiltà che al suo apice, sul finire dell’Ottocento, aveva attirato l’attenzione del commercio internazionale, con manufatti esportati in Germania, Austria e Francia, da dove giunse anche l’invito a partecipare all’Esposizione Universale di Parigi del 1900.

Una comunità fiera, autonoma, capace di sviluppare un’importante manifattura dove le donne avevano un ruolo strategico. Ove vere e proprie “cooperative di lavoro” vigilavano sul rispetto delle regole, dei prezzi minimi, della gestione delle materie prime, in quella Villanova laica e sanguigna che diede anche asilo al Passator cortese in fuga dalla Gendarmeria pontificia.

E, in più, un esempio di utilizzo economico – altamente redditizio per l’epoca – dell’ambiente vallivo, realizzato nel pieno rispetto della natura, in maniera completamente (si direbbe oggi) ecosostenibile.

Info sul sito: http://fesr.regione.emilia-romagna.it 

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