Liguria di Levante: 5 borghi del gusto da visitare a novembre

Cinque borghi, cinque sapori e una sola cornice: la Riviera di Levante nella stagione più poetica. L’autunno invita a rallentare, camminare, assaggiare, respirare: la Liguria da conoscere davvero, anche a tavola

31 ottobre 2025 - 11:27

Liguria di Levante: 5 borghi del gusto da visitare a novembre

Quando l’estate si ritira e le spiagge tornano silenziose, la Riviera Ligure di Levante cambia ritmo.

L’autunno, con la sua luce chiara e i profumi più intensi, è il momento ideale per esplorare i borghi del gusto affacciati sul mare.

Le piazzette si svuotano, le onde risuonano nei caruggi e i sentieri sospesi tra boschi e scogliere tornano protagonisti, perfetti per giornate di trekking, degustazioni e soste lente.

In questa stagione la cucina ligure rivela il suo volto più intimo: erbe spontanee, olio nuovo, sapori del pescato e vini dei muretti a secco.

Un viaggio tra tradizione, paesaggio e sapori autentici, alla scoperta di cinque borghi del gusto sulla Riviera di Levante.

1 – Manarola, sciacchetrà e acciughe sotto sale

Manarola è uno di quei borghi che lascia senza fiato: le case verticali sembrano arrampicarsi sulla roccia, i terrazzamenti delle vigne si affacciano sul mare e l’autunno accende i colori di ogni pietra e di ogni tetto, rendendo la luce calda e dorata.

Camminare lungo i vicoli o affacciarsi sui belvedere significa respirare l’essenza delle Cinque Terre: un intreccio perfetto di mare, montagna e cielo, in cui la natura e l’uomo hanno imparato a convivere da secoli.

Qui la cucina racconta la storia del territorio. Lo Sciacchetrà, il celebre vino passito prodotto sui terrazzamenti più ripidi e eroici, diventa un vero e proprio tesoro autunnale.

Un calice dorato accompagna le acciughe sotto sale, sapide e intense, creando un equilibrio tra dolcezza e mare che conquista al primo assaggio.

È un connubio che invita a sedersi, assaporare lentamente e lasciare che i sapori raccontino i racconti dei filari, dei pescatori e delle generazioni che hanno plasmato queste colline.

Dopo una camminata tra i filari o lungo i tratti panoramici del Sentiero Azzurro, gustare questi prodotti diventa un piccolo rito: l’aria limpida dell’autunno, i profumi netti di mare e terra, il silenzio dei vicoli svuotati dai turisti creano un tempo sospeso, quasi fuori dalla quotidianità.

Ogni sorso di Sciacchetrà e ogni boccone di acciuga portano con sé la memoria di un borgo che vive e respira tra cielo, roccia e mare.

_ Manarola sulla pagina ufficiale del Parco

2 – Camogli, focaccia al formaggio e profumo di mare

Camogli in autunno ritrova la sua anima più malinconica e sincera: il porticciolo si veste di silenzi e riflessi, i gozzi colorati riposano sull’acqua scura, i gabbiani sfiorano i moli in controluce e nei caruggi si mescolano l’odore di alghe, salsedine e pane appena sfornato.

È una stagione che restituisce profondità al borgo, lo rende intimo e narrativo, perfetto per chi ama scoprirlo senza fretta.

Qui la focaccia al formaggio – meno celebre della sorella IGP di Recco, ma spesso sorprendente nelle piccole panetterie del lungomare e dei vicoli – diventa un rito quotidiano.

Sottile, fragrante, filante, fa uscire dalle botteghe un profumo capace da solo di riempire una passeggiata. Il momento migliore è dopo una camminata verso San Rocco o lungo il sentiero che porta a Punta Chiappa: in autunno i boschi sopra il mare iniziano a tingersi d’oro, la macchia umida profuma di resina, e ogni terrazzo sugli ulivi si apre su scogliere verticali immerse nel blu più puro.

Sedersi poi sul muretto del porticciolo, o su una panchina vista mare, con una fetta calda ancora tra le mani, significa assaggiare l’essenza stessa della Riviera di Levante.

Un morso che unisce semplicità e carattere, lavoro di forno e sapore di mare, tradizione e autenticità. In una parola: Liguria.

_ Il sito ufficiale di Camogli

 

3 – Sestri Levante, pansoti al sugo di noci

Tra la Baia del Silenzio e la Baia delle Favole, Sestri Levante in autunno si svela nella sua forma più intima e autentica.

Le spiagge, ora silenziose, riflettono il cielo terso e i toni del mare diventano metallici, punteggiati dal movimento lento delle barche dei pescatori che rientrano.

Le colline circostanti si tingono di colori caldi: gialli, aranci e bruni tra boschi di pino e lecci, mentre l’umidità del sottobosco sprigiona profumi di resina e foglie bagnate.

Nel borgo le strade riprendono respiro: i caruggi sono quieti, i locali aprono con calma e le botteghe sembrano sussurrare storie di generazioni di artigiani e cuochi.

È proprio qui che i pansoti al sugo di noci trovano la loro stagione ideale.

Ogni raviolo, fatto a mano con pasta sottile e ripieno di erbette aromatiche dell’entroterra, è avvolto da un condimento cremoso e profumato, che fonde la delicatezza delle noci con un leggero sentore di noce moscata.

Il piatto diventa un invito a fermarsi, assaporare e sentire il territorio: il gusto intenso e morbido dei pansoti riecheggia le tinte calde dei boschi e la dolcezza pungente dei venti marini.

Dopo una camminata verso Punta Manara o lungo i crinali che scendono verso il mare, il ritorno in paese si trasforma in un piccolo rituale: sedersi a un tavolo con vista sulla Baia del Silenzio, osservare le barche dondolare lentamente sull’acqua e gustare il piatto fumante, avvolti dal profumo delle noci e dal calore della pasta appena cotta.

_ La pagina ufficiale dell’Ente turismo

 

4 – Levanto, i fritti di campo “gattafin”

Levanto è il ponte naturale tra mare e colline, un luogo dove il profumo di salsedine si mescola agli aromi intensi del sottobosco.

In autunno, il borgo rallenta il ritmo: le vie del centro si svuotano dai turisti, i portici si riempiono di luci dorate e i vigneti, disegnati sui terrazzamenti, virano al rosso intenso e all’arancio acceso.

I sentieri verso Punta Mesco e lungo i crinali panoramici si liberano di calca, regalando camminate tranquille tra ulivi, pini e scorci sul mare che sembrano dipinti.

Ed è proprio dopo queste passeggiate che i gattafin – piccoli fagottini fritti ripieni di erbette e formaggio – diventano protagonisti.

Croccanti all’esterno e morbidi all’interno, raccontano la cucina povera dell’entroterra ligure: piatti nati per nutrire chi lavora nei terrazzamenti, semplici ma ricchi di gusto.

Ogni boccone restituisce l’essenza della Liguria contadina, il sapore delle erbe raccolte lungo i sentieri e del formaggio locale, fuso al punto giusto.

Mangiarli in una trattoria affacciata sulla piazza principale o seduti su un muretto con vista mare diventa un piccolo rito d’autunno: il calore dei gattafin si fonde con l’aria fresca del borgo, mentre lo sguardo spazia dai tetti colorati alle scogliere che scendono ripide verso il golfo.

Qui, il gusto e la natura si incontrano, e Levanto rivela la sua duplice anima: quella marina, aperta e luminosa, e quella collinare, segreta, saporita e avvolgente.

_ Qualche informazione utile su Levanto

 

5 – Recco, focaccia col formaggio IGP

Pochi chilometri dopo Camogli, Recco accoglie l’autunno con il profumo caldo dei forni e il rumore costante del mare che si infrange sulla costa.

Il borgo, quando la stagione estiva si acquieta, ritrova il suo passo naturale: le vie del centro tornano a essere percorse dai residenti, i dehors si riempiono di voci basse, e l’aria profuma di burro, impasto e sale.

Qui, più che altrove, la cucina non è solo tradizione: è identità, memoria, orgoglio quotidiano.

La focaccia col formaggio IGP è la regina indiscussa.

Due sfoglie sottilissime tirate a mano, prescinsêua fresca, forno rovente e pochi minuti di attesa che sembrano eterni: quando arriva a tavola, bianca e leggermente macchiata dal calore, è un guscio sottile e croccante che custodisce un cuore cremoso e filante.

Il primo morso è sempre un po’ ustionante, come dev’essere, e rilascia un sapore netto, rotondo, inconfondibile.

È un cibo che non ammette distrazioni: si mangia caldo, si gode subito, si ricorda a lungo.

Fuori stagione, l’esperienza è ancora più autentica.

È il momento perfetto per abbinarla a una passeggiata nell’entroterra o sui versanti del Parco di Portofino, dove i sentieri profumano di macchia mediterranea e gli ulivi lasciano filtrare squarci di mare tra i rami argentei.

_ La focaccia di Recco sul sito dell’Ente turismo

 

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